il caso
Mai più quindicenni alle Olimpiadi. Il caso Valieva scuote i Giochi, e sembra essere questa la conclusione del ragionamento in corso in seno al Cio, oltre che una decisione auspicata dal presidente della Federghiaccio Andrea Gios. «L'Italia sostiene questa necessità insieme a molti Paesi», ha detto Gios precisando che il prossimo congresso della Federazione mondiale degli sport del ghiaccio (Isu) discuterà l’innalzamento dell’età per partecipare a un grande evento tipo Mondiali o Olimpiadi, con un minimo di 17 anni, per passare a 18.
A monte di tutto ciò c'è il caso della baby-pattinatrice russa crollata psicologicamente a un passo dall’oro, argomento al centro del briefing del presidente del Cio Thomas Bach, il quale ha cominciato a fare il bilancio di Pechino 2022. In particolare il dirigente numero uno dello sport mondiale ha detto di essere rimasto «molto turbato» dalle immagini tv della russa Kamila Valieva nella prova del libero della finale di pattinaggio artistico, quando è caduta più volte ed è sembrata schiacciata dalla pressione dello scandalo del doping che l’ha travolta e della conquista dell’oro a tutti i costi. «Ero molto turbato quando l’ho vista in tv», ha affermato Bach, secondo cui la pattinatrice quindicenne è stata trattata con «una tremenda freddezza» dai suoi allenatori dopo la disastrosa prova che l’ha vista finire quarta, ai piedi del podio. «Vederla lottare sul ghiaccio, vedere come cercava di ricomporsi e finire il suo programma, puoi vedere in ogni movimento del linguaggio del corpo, puoi sentire che questo è stato un immenso stress mentale. Quando poi ho visto come è stata accolta dal suo più stretto entourage, con quella che sembrava essere una tremenda freddezza, è stato agghiacciante. Invece di darle conforto, invece di aiutarla, erano distanti. E se interpretavi il linguaggio del corpo, era anche peggio perchè c'erano anche dei gesti sprezzanti».
Inevitabile quindi la considerazione, da parte di Bach, che anche il Cio debba esaminare le regole relative ai limiti di età per le competizioni, anche se poi lo stesso Cio in tempi recenti si è contraddetto da questo punto di vista introducendo ai Giochi, con l’obiettivo di renderli più attraenti agli occhi dei giovanissimi, discipline come lo skateboard che a Tokyo 2020 hanno visto in gara, e anche sul podio, gente di 12 o 13 anni. Altro tema da prendere in esame «dopo un’attenta riflessione" sarà quello se, in fatto di doping, per gli atleti minorenni debbano essere previste le stesse sanzioni dei loro colleghi 'adultì.
Bach ha poi chiesto agli organizzatori cinesi dei Giochi di Pechino di non confondere politica e sport, dopo il commento del portavoce del comitato organizzatore dei Giochi Invernali 2022 Yan Jiarong che ieri aveva denunciato «menzogne» sulla situazione dei diritti umani nello Xinjiang e sullo stato di Taiwan. «Non abbiamo ignorato questi problemi - ha detto Bach -. Siamo entrati in contatto con il comitato organizzatore subito dopo questa conferenza stampa di Yan Jiarong e abbiamo ribadito l'importanza di rimanere politicamente neutrali, come richiesto dalla Carta Olimpica».
Intanto però le frasi di Bach sul caso Valieva erano rimbalzate in Russia provocando la reazione del vicepremier Dmitry Chernyshenko, a suo tempo presidente del comitato dei Giochi di Sochi 2014, che ha espresso «profondo disappunto per aver visto un presidente del Cio fare una sua narrazione fittizia sui sentimenti delle nostre atlete e poi averle fatte passare come voce del Cio stesso». Insomma, le polemiche sulle atlete bambine, e anche sulla Russia e sul doping, non finiscono mai.
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