WELFARE
L'acronimo è astruso e degno della miglior burocrazia italica: «progetto Masi», ossia «Mosaico abitativo solidale». Ma tutto si chiarisce meglio, per i parmigiani, se scriviamo che l'appalto assegnato nei giorni scorsi dal Comune di Parma riguarda l'addio definitivo alla storica residenza XXV Aprile di via Taro, realizzata negli anni Sessanta e che contava su 63 alloggi destinati a anziani parzialmente autosufficienti: sarà demolita per costruire al suo posto nuove residenze più adeguate alle esigenze attuali.
I lavori compresi in questo primo bando di gara, inserito nei fondi del Pnrr assegnati al Comune di Parma, riguardano infatti il primo lotto (appunto la demolizione completa) dell'importante intervento di ristrutturazione e riqualificazione, che porterà a nuova vita non solo l'area del XXV Aprile, ma anche l'intero comprensorio di Villa Parma, con la realizzazione di alloggi di edilizia residenziale sociale e altri destinati ad anziani autosufficienti ma che necessitano di sostegno e aiuto per il disbrigo delle pratiche della quotidianità. Un progetto che prevede un investimento complessivo di 21 milioni di euro, 15 dei quali inseriti nel Pnrr. E proprio grazie al Pnrr sia l'arrivo dei fondi che i tempi di realizzazione dell'intervento sono stati abbreviati. Questo appalto riguarda il primo lotto dell'intervento, che aveva una base di gara di oltre 900mila euro. I lavori sono stati assegnati dalla commissione aggiudicatrice a un'impresa della provincia di Modena, la Fea srl di Castelfranco Emilia, che ha offerto un ribasso di quasi il 20 per cento, per una spesa che sarà di 742mila euro, consentendo così al Comune di ridestinare ad altri utilizzi i fondi risparmiati grazie all'offerta.
La demolizione dell'intera struttura è una scelta che il Comune ha fatto dopo l'assegnazione al progetto di 15 milioni provenienti dal Pnrr che, come noto, richiedono la conclusione degli interventi entro i primi mesi del 2026. In origine, infatti, era stata prevista una ristrutturazione definita “pesante” dell'edificio esistente, che però avrebbe richiesto una tempistica non compatibile con le scadenze obbligate (e pressanti) imposte dalla Ue per i fondi del Pnrr. Così si è arrivati a optare per la demolizione, che cancellerà così ogni traccia di quello che è stato un vero e proprio simbolo della Parma solidale e all'avanguardia nel settore del sociale e del supporto agli anziani negli anni Sessanta e Settanta.
Per quanto riguarda il cantiere, dovrebbe partire in tempi molto stretti, vista la necessità di dover poi partire con il secondo lotto, che prevede l'edificazione di tre nuove residenze, una di 60 alloggi destinata agli anziani parzialmente autosufficienti, una di 36 alloggi, definita “Senior Court” per anziani che hanno necessità di assistenza ma in grado di poter vivere autonomamente e altri 60, chiamati Acer House, di edilizia residenziale sociale destinati in particolare a coppie giovani o comunque famiglie che sono in difficoltà a trovare un alloggio in quanto non rientranti nelle graduatorie per le case popolari. Il cantiere dovrebbe essere installato a inizio 2023 e la demolizione, che prevede anche la completa bonifica dell'area e la restituzione in condizioni tali da poter procedere subito con le nuove edificazioni, dovrebbe avvenire nel giro di massimo 6 mesi dall'avvio dei lavori. E sarà un pezzo della storia sociale di Parma che scomparirà per dare però il via a una nuova fase di quello che al giorno d'oggi viene più pomposamente chiamato welfare, ma che, in soldoni, è l'assistenza ai cosiddetti fragili.
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