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INDAGINE CHIUSA

Omicidio di Gaione, il pm: «Fu premeditato: Gorgan uscì di casa per uccidere Sofroni»

Omicidio di Gaione, il pm: «Fu premeditato: Gorgan uscì di casa per uccidere Sofroni»

di Georgia Azzali

14 Aprile 2023, 03:01

Era diventato il nemico, Vitalie. L'uomo che aveva accolto la sua compagna con la bambina andava eliminato per poter rimettere insieme la famiglia. Constantin Gorgan voleva ucciderlo il 5 luglio scorso, quando aveva fatto irruzione in casa sua a Gaione, secondo l'accusa. Trascinò via Mariana e la figlia, sole nell'appartamento, e quando Vitalie - 39 anni, moldavo - arrivò nel parcheggio di strada Fontanini, lo accoltellò. Ma forse già due giorni prima, da quando la donna l'aveva lasciato e si era allontanata con la bambina di nove mesi, stava covando il suo progetto di morte. Omicidio premeditato, con un'aggravante che da sola porta all'ergastolo. Ma l'inchiesta, chiusa nei giorni scorsi dal pm Ignazio Vallario, ha messo in fila una lunga serie di reati, oltre all'omicidio: maltrattamenti, violenza privata, minaccia, violazione di domicilio e porto abusivo del coltello.

La notifica dell'avviso di conclusione delle indagini è arrivata nella cella di via Burla, dove Gorgan, 28 anni, moldavo con passaporto romeno, è rinchiuso già dalla notte dell'omicidio. Ora avrà 20 giorni di tempo per decidere di farsi interrogare o depositare atti e memorie difensive, poi il pm potrà far scattare la richiesta di rinvio a giudizio.

Con quelle accuse che raccontano di un delitto che avrebbe cominciato a farsi spazio nella mente di Gorgan ancora prima di arrivare nella casa di Sofroni in via Montanara. Era arrivato lì già con il coltello e poi aveva trascinato con sé la compagna e la figlia, che avevano trovato rifugio da Vitalie da un paio di giorni: da qui la violazione di domicilio e la violenza privata, visto che la donna era stata portata via sotto la minaccia del coltello. Mariana lo aveva lasciato, andandosene con la piccola, dopo settimane di violenza: umiliazioni e botte, almeno secondo quanto ricostruito dalla procura, che ha contestato a Gorgan anche i maltrattamenti nei confronti della donna.

Eppure, Gorgan e Vitalie avevano condiviso lavoro e amicizia. Arrivato dalla Moldavia, Gorgan aveva trovato nella famiglia Sofroni un porto sicuro. Era stato Mihail, il fratello di Vitalie, ad assumerlo nella sua ditta di trasporti. Ma il suo punto di riferimento, soprattutto quando aveva deciso di far arrivare la compagna dalla Moldavia, era sempre stato Vitalie. Pronto ad aiutarlo se bisognava fare una piccola riparazione in casa o sistemare qualche guaio dell'auto, ma anche per accompagnare la sua bambina a una visita.

E anche Mariana aveva imparato a fidarsi di Vitalie. Sapeva di poter contare sulla sua generosità. Si sentiva protetta: non aveva avuto dubbi su dove andare quando aveva chiuso la porta di casa dietro di sé. E Gorgan? Possibile che sospettasse una relazione tra la compagna e Vitalie. Ma poco cambierebbe, anche se questo fosse stato il suo dubbio.

Perché quella sera Gorgan avrebbe avuto un unico obiettivo, secondo l'accusa: «riappropriarsi» della compagna e della figlia. Sullo stesso pianerottolo dell'appartamento di Vitalie vive anche un'altra famiglia moldava: amici che, appena avevano visto la donna e la bambina trascinate fuori da casa, lo avevano avvertito. E Vitalie, insieme a un amico, si era subito precipitato. La caccia era durata pochissimo: Gorgan, la compagna e la piccola erano in via dei Gelsi, a poca distanza dal parcheggio. I toni si erano alzati subito e anche l'amico di Vitalie si era ritrovato il coltello puntato in faccia (da qui anche il reato di minaccia per Gorgan). Ma non c'era stato spazio per altre parole: un colpo affondato nel petto di Vitalie. Secco e profondo, fino a spaccargli il cuore.

A terra in quel parcheggio. E poi nessuna caccia all'uomo, perché era stato lo stesso Gorgan a chiamare il 112: «Venite, ho ucciso un uomo». Poi si era chiuso nel silenzio: non un parola durante l'interrogatorio di garanzia. Ma Mariana era lì quella sera. E anche l'amico ha visto il coltello, l'aggressione e il respiro spezzato di Vitalie. Sarà la premeditazione (se reggerà) a segnare il processo. E il destino di Gorgan.

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