×
×
☰ MENU

TRIBUNALE

L'inferno in casa: maltrattava i genitori, 45enne condannato a 5 anni e 6 mesi

L'inferno in casa: maltrattava i genitori, 45enne condannato a 5 anni e 6 mesi

di Georgia Azzali

07 Aprile 2024, 03:01

«Faccio come Benno: vi uccido e poi vi butto nella Rovacchia». Li ha terrorizzati invocando il nome del body builder che nel 2021 aveva ucciso i genitori a Bolzano gettando poi i corpi nell'Adige. Benno Neumair sta scontando l'ergastolo, in attesa della parola finale della Cassazione, ma per lui è diventato un mito: si è liberato del padre e della madre, come lui ha minacciato più volte di fare. A 45 anni, i suoi demoni sono ancora droga e alcol: gli hanno distrutto la vita, hanno devastato quella della sua famiglia, ma non ha ancora trovato la via d'uscita. E' finito in carcere lo scorso novembre per maltrattamenti aggravati, dopo aver minacciato di gettare i cadaveri dei genitori nel torrente, alla fine dell'ennesima aggressione. E ora è stato condannato (con rito abbreviato) a 5 anni e 6 mesi complessivi, in continuazione con altri due patteggiamenti, sempre per lo stesso reato, nel 2016 e nel 2019. Il giudice lo ha assolto («perché il fatto non sussiste») per gli episodi compresi tra il 2020 e il gennaio 2021, ma da quel momento in poi, fino allo scorso autunno, la trama della violenza ha cominciato a scorrere di nuovo.

Nessun punto a capo. Le condanne sono scivolate via. Perché è tornata la dipendenza, e la vita di sempre. Per lui, ma soprattutto per i genitori, anche loro ripiombati in un tunnel dal quale non riescono a intravedere alcuna luce. Aggressivo, sempre più dispotico: negli ultimi due anni era questo il figlio con cui si sono dovuti confrontare.

Le richieste di soldi costanti, quasi quotidiane, e una sorta di campanello d'allarme per il padre e la madre. Perché quando lui diventa insistente con il denaro, ormai hanno compreso che sta per esplodere. Ogni no è un detonatore. Di rabbia e violenza. E in quella casa cominciano a risuonare gli insulti, poi arrivano le minacce di morte sia alla madre che al padre, oltre che una pioggia di oggetti lanciati contro le pareti di casa.

Una casa che può diventare una prigione. Come lo scorso settembre, quando la madre è corsa sulle scale per sfuggire alla sua ira, dopo una nuova richiesta di denaro, e lui l'ha afferrata per un braccio cercando di buttarla giù dai gradini. Ma tutti per lui sono diventati nemici: fratelli e parenti. Coalizzati nell'ostacolare il suo modo di vivere. Bastava, a volte, che la madre parlasse al telefono con uno di loro, perché lui si avventasse su di lei per strapparle l'apparecchio.

In autunno era diventato ancora più rabbioso. E il 31 ottobre i genitori si sono sentiti in trappola. Terrorizzati e indifesi dentro casa: lei, 68 anni, il marito dieci in più, messi all'angolo da un figlio che non sapevano più come controllare. Quel giorno, dopo essere tornato di nuovo nella casa di famiglia, lui si era precipitato nella camera da letto dei genitori. C'era la madre, in quel momento: le aveva chiesto ancora una volta soldi e poi aveva cominciato a inveire. Fino a «ricordarle» che fine avevano fatto i genitori di Benno. Aveva provato ad alzarsi e fuggire, ma lui l'aveva bloccata e poi aveva strattonato il padre da un'altra stanza obbligandolo a sedersi sul letto, accanto alla moglie. «Vi uccido e ammazzo anche i miei fratelli», continuava a urlare. In un momento di distrazione del figlio, il padre era riuscito a sgusciare via, ma lui l'aveva rincorso e bloccato mentre stava per salire in auto. Finché erano arrivati i carabinieri.

Eppure, tre giorni dopo si era ripresentato nella casa di montagna in cui i genitori si erano trasferiti. Ancora urla. Minacce. L'ultima volta, prima di finire in cella.

Georgia Azzali

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI