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Lunedì l'incontro

Il prefetto Garufi: «Migranti? Distribuzione equa tra i comuni: 3 ogni 1000 abitanti». I sindaci: «Ma non ci sono i posti»

Il prefetto Garufi: «Migranti? Distribuzione equa tra i comuni: 3 ogni 1000 abitanti». I sindaci: «Ma non ci sono i posti»

di Mara Varoli

24 Aprile 2024, 03:01

Nuovo incontro in prefettura sul tema migranti. Lunedì alle 12 il prefetto Antonio Garufi ha convocato i sindaci della provincia per un confronto sulla bozza del protocollo d'intesa. E la proposta parla chiaro: ogni Comune dovrà mettere a disposizione tre posti ogni mille abitanti.

Un incontro per valutare eventuali suggerimenti e modifiche ma anche per pervenire se sarà possibile alla sottoscrizione: «Il protocollo d'intesa per l'accoglienza diffusa dei richiedenti protezione internazionale nella provincia di Parma è stato elaborato proprio per una ripartizione equa dei migranti fra tutti i Comuni - ha spiegato il prefetto Antonio Garufi -. Un documento nato dalla prospettiva di essere tutti pronti ad ulteriori arrivi, ma anche nell'ottica del superamento del centro di Martorano». È scritto infatti nell'invito al tavolo di lunedì per i sindaci, il presidente della provincia, il coordinamento provinciale degli organismi di volontariato per la protezione civile, la Croce rossa italiana, i gestori dei Cas della provincia, la Caritas diocesana, la rete civiltà dell'accoglienza e l'associazione Ciac onlus: «Nel corso dell'incontro svoltosi presso questa prefettura il 9 febbraio scorso sul tema della accoglienza dei richiedenti protezione internazionale assegnati a questo ambito provinciale dal ministero dell'Interno, è emersa la proposta di condividere un protocollo che, attraverso l'adesione dei Comuni, possa conseguire il traguardo di una ospitalità diffusa su tutto il territorio, anche nel dichiarato intento di pervenire al superamento del Centro di accoglienza straordinaria provvisorio di Martorano. Nel dar corso a detto proposito, si è elaborata l'unita bozza che poggia da un lato sul criterio della proporzionalità in relazione alle popolazioni residenti con un minimo di 5 posti per ogni Comune, e, dall'altro, sulla gradualità della attivazione dei posti in accoglienza che ci si impegna a reperire».

«In questo modo anche i Comuni potranno dire la loro - continua il prefetto - per individuare il luogo ideale per accogliere i migranti: un luogo più agevole al loro inserimento». Un documento necessario anche perché al momento sono solo 10 i Comuni che accolgono i migranti nei Cas: Colorno, Fontanellato, Noceto, Parma, Sala Baganza, Salsomaggiore, Sorbolo-Mezzani, Torrile, Traversetolo e Varano Melegari. In tutto, 789 migranti su una popolazione provinciale di 454.873 cittadini. Per cui da accogliere in proporzione alla popolazione residente potrebbero essere 1.303 migranti. Ai Comuni fino a 2.000 abitanti è stata assegnata una quota unica di 5 posti in accoglienza, ai restanti comuni è assegnata una quota del 3 per mille residenti, in aggiunta alla quota unica. «Una proposta che spero ottenga il massimo del consenso - si augura il prefetto Garufi -. Consenso che ha un grande significato e cioè quello di dimostrare ancora una volta lo spirito di solidarietà e collaborazione che da sempre anima questo territorio. In questo modo l'accoglienza sarà programmata, senza differenze tra comune e comune. Per cui, lunedì in occasione di questa nuova riunione ci sarà sì un confronto per valutare i possibili miglioramenti al protocollo d'intesa, ma speriamo anche per una prima adesione dei Comuni».

Ma cosa ne pensano i sindaci? Andrea Massari, presidente della Provincia e sindaco di Fidenza, che con i suoi 27.012 residenti dovrebbe mettere a disposizione 80 posti per i profughi, è un po' perplesso: «La gestione dei profughi è di competenza del Governo e non dei comuni. Diversi comuni hanno già adottato politiche di accoglienza diffusa e questa accoglienza esistente sul territorio va considerata e conteggiata come i Cas». Massari si riferisce ai Sai, il sistema per progetti di accoglienza integrata. «Inoltre - continua Massari -, dare i numeri di distribuzione senza sapere se ci sono i posti disponibili è un modo di procedere che quasi certamente non risolverà il problema. Lo sforzo della prefettura per quanto apprezzabile dimostra che il Governo non ha risolto il problema dei profughi e lo scarica sui Comuni. I numeri poi sono impressionanti nella nostra provincia: 1.300 migranti, per cui oltre il 50% in più rispetto a oggi. E le risorse per accogliere ogni profugo sono insufficienti». Anche Gianpaolo Serpagli, sindaco di Bedonia, che con i suoi 3.295 residenti dovrebbe mettere a disposizione 8 posti Cas, ha dei dubbi sulla proposta che arriva dalla prefettura: «Una proposta che mi ha colto impreparato - risponde Serpagli -. Non mi aspettavo di ricevere un conteggio senza avere avuto prima un confronto. Tuttavia, Bedonia farà il possibile per adempiere ai propri doveri. Vedremo come poter fare, anche perché al momento non abbiamo nessun luogo idoneo all'accoglienza».

Mara Varoli

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