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I «fedelissimi» di Chivu: ora Keita è indispensabile

I «fedelissimi» di Chivu: ora Keita è indispensabile

di Marco Bernardini

22 Marzo 2025, 03:01

Suzuki, Keita, Valeri e Valenti: sono questi i calciatori più impiegati da Cristian Chivu nelle prime quattro partite della sua gestione. In scia ai «fedelissimi», gli unici schierati sempre dal 1', si insediano, in termini di minutaggio, capitan Delprato, rimasto fuori soltanto a Udine a causa di una botta alla caviglia, Almqvist, Estevez, Sohm, squalificato a Monza, Bonny, capocannoniere a quota due centri assieme a Pellegrino, e Cancellieri, fermato in extremis la scorsa settimana da un risentimento muscolare alla coscia destra.

Keita indispensabile

L'elemento che ha tratto maggiori benefici dall'avvicendamento in panchina tra Pecchia e l'allenatore rumeno è, di sicuro, Mandela Keita, prima oggetto misterioso spesso ammonito e tolto dal campo già all'intervallo, e ora diventato perno insostituibile del centrocampo: quattro presenze dall'inizio alla fine (al pari del portiere Suzuki e davanti a Valeri, rimpiazzato al 91' in casa dell'Udinese), come non era mai accaduto in precedenza, e livello delle prestazioni in costante crescita. A ben guardare, rispetto al recente passato, è aumentata anche la fiducia nei confronti di Estevez, che con Pecchia era finito inspiegabilmente ai margini (da metà dicembre, quattro gare saltate per infortunio e le successive cinque trascorse interamente in panchina) e adesso è tornato di nuovo in auge sulla linea mediana, e Almqvist, che, grazie al suo spirito di sacrificio, pare aver ormai scavalcato Man nel ruolo di esterno offensivo.

I meno utilizzati

Altri, invece, sono completamente spariti dai radar e puntano a mettersi in mostra durante la sosta per riguadagnare posizioni nelle gerarchie: gli esempi più eclatanti, pur non trattandosi di primissime scelte, riguardano Camara, sul quale pende anche la questione del contratto in scadenza a giugno, e Hainaut, che praticamente hanno giocato solo brevi scampoli e tra Torino e Monza non sono stati presi in considerazione nemmeno nel finale. A differenza di Haj Mohamed, rispolverato sempre da subentrante nelle ultime due giornate, mentre sui neoacquisti Ondrejka e Løvik pesa la necessità di doversi adattare alla serie A, che mal si coniuga con l'obbligo di fare punti fin da subito per provare a mantenere la categoria. L'esterno svedese qualcosina in più ha mostrato negli 8' conclusivi all'U-Power Stadium ma, vista la folta concorrenza, potrebbe essere, principalmente, un'arma in più da sfoderare in corso d'opera.

E se Vogliacco, tra acciacchi e squalifica, finora non ha potuto ritagliarsi uno spazio da protagonista (solo 90' col Toro), un discorso a parte lo meritano Bernabé ed Hernani, sulla carta due colonne portanti della squadra, che, però, pagano i rispettivi infortuni e una condizione ancora non ottimale. Anche e soprattutto da loro è lecito attendersi molto di più negli ultimi due mesi di campionato che sanciranno il destino del Parma.

Marco Bernardini

© Riproduzione riservata

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