DECRETO
Correre per centrare tutti i 45 obiettivi del Pnrr: nel giorno in cui incassa la prima tranche da 21 miliardi il governo approva un nuovo decreto per accelerare la realizzazione di tutti i progetti utili a ottenere, a giugno, anche il secondo assegno da 24,1 miliardi da parte di Bruxelles. Mentre le riforme restano in larga parte ostaggio dei veti incrociati in Parlamento, si cerca di non restare indietro sulla digitalizzazione della Pa, sulla transizione green e sul rafforzamento della lotta all’evasione. E di evitare che restino fondi non utilizzati mentre ci sono progetti che «tirano» di più e richiedono più risorse.
E’ il caso del concorso Sud, dove sono rimasti 1300 posti vacanti che ora gli enti locali potranno coprire direttamente con contratti di collaborazione, ma anche dei fondi per la digitalizzazione dei tour operator, praticamente non richiesti, che potranno essere dirottati sul bonus all80% per la ristrutturazione delle strutture turistiche, che aveva a disposizione 600 milioni e ha già avuto richieste per 6 miliardi. O ancora, se resteranno risorse inutilizzate dai bandi di gara potranno essere sfruttate per i progetti Bandiera delle Regioni.
Il decreto è complesso, il Consiglio dei ministri è durato più di due ore perché i ministri analizzano il testo misura per misura: non c'è la semplificazione della lotteria degli scontrini ma arriva l’obbligo di fatturazione elettronica anche per le partite Iva in regime forfettario, quelle ad esempio, che hanno optato per la flat tax. Giancarlo Giorgetti (su suggerimento di Alberto Gusmeroli, che conduce per la Lega la battaglia sulla delega fiscale alla Camera), fa presente che per le piccole e piccolissime attività, così come per il mondo dello sport, sarebbero messe in difficoltà e alla fine si decide per l'esonero della fascia entro i 25mila euro di reddito, intanto fino al 2024. Scatteranno invece dal 30 giugno, nonostante i distinguo leghisti, le multe per chi non consente i pagamenti con il Pos, finora sempre rinviate anche se sono state introdotte nel 2014.
«Prima di un’eventuale 'stretta sui Pos', bisognerebbe procedere finalmente al taglio sostanziale delle commissioni pagate dagli esercenti sulla moneta elettronica, più volte promesso ma realizzato solo in minima parte. Così Confesercenti critica le sanzioni previste per gli esercenti che non accettano i pagamenti elettronici .
«Tra progetti di sanzioni, lotterie e obblighi vari, il rischio è sempre lo stesso: concentrare il peso della lotta all’evasione sulle spalle degli esercenti. E questo mentre le grandi piattaforme internazionali che operano sull'online godono ancora di un regime fiscale favorevole, che permette loro di pagare un quinto rispetto agli altri» osserva Confesercenti in una nota mettendo in evidenza che «il numero di Pos attivi è cresciuto enormemente negli ultimi anni: nel 2020 - ultimo dato disponibile - i Pos attivi sono stati 3,4 milioni, un milione in più dei 2,4 milioni disponibili nel 2017. Un aumento consistente, cui non è corrisposto un equivalente incremento dei proventi della lotta all’evasione. Anche gli obiettivi che si erano fissati con Cashback e Lotteria dello Scontrino sono stati clamorosamente disattesi. Sia chiaro: il contrasto all’evasione, che danneggia non solo l’erario ma anche le imprese oneste creando intollerabili distorsioni della concorrenza, rimane sacrosanto. Quello che chiediamo è che non venga perseguito con provvedimenti onerosi per le attività. Servono incentivi, non sanzioni, a partire da un taglio significativo dei costi d’utilizzo di carte e bancomat». Confesercenti chiede ad esempio di azzerare le commissioni «per importi fino a 50 euro. Va promossa, allo stesso tempo, la competizione tra carte di credito e di debito e i sistemi di pagamento tecnologicamente più evoluti, come quelli next-gen, il cui costo per gli esercenti è già oggi notevolmente inferiore».
Misura attesa da 8 anni
Assolutamente favorevole il Codacons al possibile anticipo a giugno dell’entrata in vigore delle multe a carico degli esercenti per la mancata accettazione di pagamenti effettuati attraverso carte di credito e di debito. «Si tratta di una battaglia storica del Codacons che da ben 8 anni chiedeva a Governo e Parlamento di prevedere sanzioni per quei negozianti che impediscono ai propri clienti di pagare con carte e bancomat - afferma il presidente Carlo Rienzi - Già a partire dal 2014, grazie al decreto legge numero 179/2012 del Governo Monti, era stato introdotto in Italia l’obbligo per negozianti e professionisti di accettare i pagamenti con Pos, misura poi confermata ed estesa a partire dall’1 luglio 2020 dal decreto Fiscale collegato alla Legge di Bilancio (n. 124/2019). Nessuna delle due norme, tuttavia, aveva introdotto sanzioni per gli esercenti che rifiutavano pagamenti con carte e bancomat. Questo ha portato ad una situazione paradossale in cui ancora oggi numerosi negozianti in tutta Italia, pur possedendo il Pos, impediscono ai clienti di pagare con moneta elettronica, consapevoli che non andranno incontro ad alcuna multa».
«Ora finalmente le cose potrebbero cambiare e, grazie alle sanzioni per chi rifiuterà i pagamenti digitali, sarà possibile rendere davvero efficace la misura che introduce l’obbligo per gli esercenti di accettare i pagamenti con Pos - prosegue Rienzi - Condividiamo tuttavia le richieste dei commercianti di abbattere le commissioni sui pagamenti elettronici, per incentivare l’uso di carte e bancomat ed eliminare qualsiasi scusante verso chi ostacola il Pos».
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