Tornano a scrivere, e non usavano mezzi per "segnalare agli Organi dell’Amministrazione penitenziaria le gravissime condizioni di natura organizzativa-gestionale che si stanno purtroppo, realizzando nel carcere di Parma, ormai ad un passo dal collasso".
I sindacati della polizia penitenziaria rilevano che l"Istituto parmense, in passato uno dei fiori all’occhiello dell’Amministrazione Penitenziaria, allo stato attuale risulterebbe pressochè abbandonato a se stesso in primo luogo in ragione di una carenza di organico del Personale di Polizia Penitenziaria, già di per se insufficiente e aggravata dall’apertura di un nuovo padiglione detentivo".
Un nuovo padiglione che ha sempre suscitato la contrarietà dei sindacati: "Nelle attuali condizioni, senza un organico adeguato, sarebbero venute meno le condizioni minime di sicurezza interna-esterna al carcere, per un adeguata attività di trattamento e rispetto alla fruizione da parte degli addetti del Corpo dei diritti minimi lavorativi (orario di lavoro, ferie, riposi etc.) ed invece tale e tanta è stata la “fretta” nell’apertura di detto nuovo padiglione detentivo (a dimostrazione di una efficienza e di una funzionalità allo stato inesistenti) che quanto avevamo previsto si è puntualmente verificato.
"Il personale di Polizia Penitenziaria della struttura è, quindi, - continuano - posto in una condizione di continuo stress lavorativo laddov, le carenze in essere determinano il massiccio ricorso a prestazioni straordinarie, non si sa se effettivamente ricomprese e retribuibili in ragione nel monte-ore reso disponibile per il distretto e la situazione è tale che nei turni serali la mancanza di addetti del Corpo determina per i presenti l’impossibilità persino di fruire della mensa ordinaria di servizio".
"D’altra parte la sede di Parma non si fa mancare alcunchè in termini di disfunzioni, di disagio e di rischio per gli appartenenti alla Polizia Penitenziaria, tenuto conto delle pressoché quotidiane aggressioni, in numero preoccupante anche per l’entità dei danni riportati da Personale e che da ultimo ha reso vittime 8 (otto) appartenenti al Corpo che hanno dovuto fare ricorso alle cure del pronto soccorso. Inoltre, le costanti assegnazioni di detenuti presso il reparto SAI (Servizio Assistenza Intensiva) per un numero pari a 130 detenuti determina un'escalation di situazioni non gestibili. Alle quali si aggiunge il mancato trasferimento di detenuti facinorosi e psichiatrici, per i quali risulterebbero adottati da mesi provvedimenti di trasferimento per motivi di sicurezza di fatto inattuati da mesi per presunta mancanza di posta negli istituti di nuova assegnazione e con ciò determinando un vero e proprio cortocircuito gestionale".
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