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Alloggi «sociali», è emergenza: sfratti e richieste in aumento

Alloggi «sociali», è emergenza: sfratti e richieste in aumento

di  Luca Molinari

12 Maggio 2021, 11:15

Gli alloggi destinati dal Comune all’emergenza abitativa sono passati da 7 a 107 in questi anni, ma la coperta è ancora troppo corta.
 Il numero di sfratti che viene eseguito ogni anno è troppo elevato rispetto alle risposte messe in campo. Non solo. Le famiglie che vengono accolte nei vari canali di aiuto difficilmente riescono a rialzarsi con le proprie forze, ma hanno bisogno di compiere un lungo percorso “puntellato” di sostegni e progetti di reinserimento lavorativo.

Questa mancanza di turnover appesantisce e rallenta la capacità di risposta ai bisogni. È quanto emerso  durante la commissione consiliare Servizi sociali, sanità e sicurezza sociale, durante la quale Laura Rossi, assessore al Welfare, ha fatto il punto della situazione sui servizi messi in campo per le famiglie in stato di povertà e fragilità. I primi dati illustrati – sostanzialmente stabili - sono stati quelli relativi alla tutela dei minori. «I minori in carico al Comune erano 2.883 lo scorso anno e 2.884 nel 2019, di questi circa 700 hanno un provvedimento giuridico aperto – ha spiegato l’assessore Rossi –. Si tratta di numeri piuttosto stabili nel tempo dettati dal turnover (chi è maggiorenne esce dal circuito ndr).

Le età dei minori sono inoltre le più varie: quelli in carico come autori di reati sono quasi tutti adolescenti, mentre quelli in affido possono essere molto più piccoli». I nuclei familiari in carico erano invece 1860 nel 2020. Laura Rossi si è quindi soffermata sul dato dei minori in tutela al Comune, a seguito della sospensione completa da parte del tribunale della potestà genitoriale. «Lo scorso anno erano ben 156 – ha sottolineato -, si tratta di un dato impressionante, anche se stabile nel tempo».

A questi si aggiungono i minori stranieri non accompagnati (24 nel 2020), quelli in affido giuridico (378) e un centinaio in cui i servizi effettuano soltanto una vigilanza. Quanto all’emergenza abitativa, i dormitori comunali hanno tutti fatto segnare un calo di presenze per poter rispettare le normative anti contagio. «Nel 2020 però, soprattutto nel periodo del lockdown – ha precisato l’assessore – i dormitori sono rimasti aperti durante la giornata». Gli alloggi comunali per rispondere all’emergenza sono invece 107, a cui se ne aggiungono altri legati a diverse realtà e servizi, anche se con numeri più ridotti. «Nel 2020 abbiamo inserito 127 nuclei all’interno dei cento alloggi del progetto “Una casa per ricominciare”, per un totale di 346 persone – ha affermato Laura Rossi – . Nel 2013 gli alloggi erano soltanto 7 e, nonostante gli sforzi compiuti in questi anni per farli crescere, il loro numero è ancora insufficiente rispetto ai bisogni». Il problema è legato anche ai tempi. «I nuclei che entrano in emergenza abitativa – ha aggiunto l’assessore – spesso ci rimangono a lungo. La mancanza di un buon turnover rende più complesso offrire risposte a tutti». Stabili anche i dati relativi alle assegnazioni di alloggi Erp, in media 150 ogni anno. Gli alloggi di Edilizia residenziale sociale sono invece 222. «Il problema fondamentale – ha osservatola Rossi – è di riuscire a reperire alloggi.

Da parte nostra abbiamo fatto tutto quello che potevamo, mettendo assieme 222 alloggi Ers e altri 107 per l’emergenza abitativa. Ora abbiamo bisogno di aiuti esterni. A questo problema si aggiunge il fatto che ogni anno si liberano in media 180 alloggi nelle case popolari, ma riusciamo a ripristinarne al massimo 150, anche mettendo a disposizione risorse aggiuntive».

 

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