Caro Francesco, Ogni volta che leggo di te è come la prima. Rimango sempre sbalordito e ammirato dalla tua forza e dalla tua caparbietà. E puntualmente finisco per chiedermi se, trovandomi al tuo posto, sarei mai capace di quello di cui sei stato capace tu. Non ho una risposta, ma mi riesce difficile credere di avere dentro una forza pari anche solo a metà della tua. O, se invece c'è, oggi è a me stesso sconosciuta. Tu sei sempre stato così forte e positivo? Quanto pensi che sia stato importante nel determinare il tuo percorso il fatto di essere uno sportivo?
E quali parole useresti per confortare una persona che, malata, tende ad abbattersi e a lasciarsi andare? Grazie Enrico
Caro Enrico, all'inizio della malattia non pensavo di essere così forte. Senza peccare di presunzione, me ne sono accorto strada facendo grazie anche alle vostre lettere e ai messaggi. Essere da sempre positivo certamente mi ha aiutato. Come di aiuto è stato essere uno sportivo; il dover lottare "fino a quando non suona la sirena" ti sprona a non mollare mai. Ogni malattia è brutta ma c'è sempre qualcuno che sta peggio di noi, anche nel mio caso. Quando qualcuno viene a trovarmi e si lamenta io dico sempre di guardare me. Se non mi lamento io...
Francesco
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