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TEATRO REGIO

Loggionisti: "Preoccupati per la progressiva estromissione dei complessi artistici cittadini"

Sulla "querelle" in atto interviene l'Associazione presieduta da Maurizio Baldini

Loggionisti: "Preoccupati per la progressiva estromissione dei complessi artistici cittadini

di Isabella Spagnoli

11 Febbraio 2022, 07:11

L’associazione Loggionisti del Teatro Regio di Parma, presieduta da Maurizio Baldini, interviene con una nota - che di seguito riportiamo - sulla situazione del teatro lirico cittadini.


«Quando l’attuale Presidenza e la Direzione Generale del Teatro Regio si insediarono, la qualità della programmazione artistica e la fama del Teatro erano ancora un’eccellenza all’interno del panorama nazionale ed internazionale. Tra le masse artistiche della città si registravano l’orgoglio e la gioia nel poter contribuire, tramite un’autonomia creativa e produttiva assicurata anno dopo anno, ad affermare un’identità ed una cifra artistica che rendevano unico il contesto culturale cittadino. Lo stesso Teatro Regio, potendo contare sulla presenza di corpi artistici e tecnici di indiscusso valore, ha potuto nel corso del tempo accogliere direzioni musicali, registi ed artisti di chiara fama che hanno accresciuto nell’immaginario collettivo l’idea di un Teatro amato, rispettato e, di conseguenza, anche temuto in tutto il mondo.


Ad oggi purtroppo, a causa di un depauperamento continuo ed un impoverimento progressivo della qualità artistica e dell’offerta produttiva, stiamo assistendo con profondo sconforto e preoccupazione al degrado del Teatro Regio, ormai ridotto ad una dimensione meramente locale nemmeno paragonabile con il passato. La programmazione del Festival Verdi 2022 – che nell’attuale format del mese di ottobre con opere, concerti ed eventi correlati venne inaugurato per la prima volta nel 2007 dall’allora sindaco Pietro Vignali per dare sempre maggiore dignità alla città e alle attività liriche e musicali di Parma – ne è l’ultima dimostrazione. La progressiva estromissione dei complessi artistici della città a favore delle masse artistiche di Bologna - e, da quest’anno, anche del Maggio Musicale Fiorentino - esclude infatti le Orchestre di Parma (La Toscanini e la Foi «Bruno Bartoletti») e il Coro del Tetaro Regio dal ruolo di protagonisti del Festival Verdi che hanno sempre ricoperto.


Tutto questo si inserisce in un contesto in cui noi fedeli loggionisti mai come quest’anno abbiamo visto proporre una stagione lirica così irrilevante sia dal punto di vista produttivo che qualitativo. Dei titoli presentati («Carmen», «Favorita», «Norma», «Ascesa e caduta della città di Mahagonny») solo due sono pensato e prodotto dal Teatro Regio, mentre gli altri due sono frutto di ideazione di Piacenza e di Modena. Inoltre, sempre da parte della Direzione del Regio, vediamo programmati spettacoli di natura assai diversa da quelli per il quale il Regio venne edificato: ci riferiamo agli appuntamenti di cantanti di musica leggera e di spettacoli di prosa targati Arci che niente dovrebbero avere a che fare con la realtà del nostro Teatro.
Alla luce di queste considerazioni, desideriamo rivolgerci a tutti i cittadini di Parma per esprimere la nostra preoccupazione ed il nostro profondo dissenso nei confronti dei vertici del Teatro Regio. Non sopporteremo silenziosamente tale stato di degrado e di impoverimento artistico. Per noi che abbiamo fatto della partecipazione a Teatro una scelta di vita, valgono ancora di più le parole che il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha pronunciato nel discorso di insediamento: la Cultura non è un qualcosa di più, ma è una componente fondamentale di ciascun cittadino italiano».

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