Tribunale
Un post-it giallo con un numero scritto sopra in blu, fino ad un massimo di 30, è stato consegnato all’ingresso del tribunale di Parma ai giornalisti arrivati per seguire nella Corte di assise di Parma il processo a Chiara Petrolini, 22enne accusata di aver ucciso i due figli neonati e di averli sepolti nel giardino della casa di Traversetolo. Lo stesso bigliettino è stato consegnato dal personale di vigilanza anche alle persone presenti per assistere al dibattimento, tra cui amici o parenti dell’imputata.
Il metodo per filtrare gli accessi, come in posta o al supermercato, è stato adottato nella seconda udienza, tenendo conto dell’ordine di arrivo delle persone, indipendentemente dagli accrediti presentati dai giornalisti per la prima udienza, a fine giugno. Sempre all’ingresso è stato ribadito più volte che non era consentito entrare con telecamere: in aula sono permesse solo foto, solo per i primi cinque minuti di ogni udienza.
Quando nell’aula della Corte di assise è stata mostrata la foto scattata dal 118 del neonato trovato morto nella casa di Vignale di Traversetolo il 9 agosto 2024 l’imputata, Chiara Petrolini, ha chiesto di uscire. Lo ha chiesto il suo difensore, avvocato Nicola Tria, mentre era da poco iniziata la deposizione del maresciallo della stazione del paese, Carlo Salvatore Perri, il primo a intervenire sul posto. L’imputata, ai domiciliari da circa un anno per duplice omicidio dei suoi figli neonati, si è quindi allontanata.
Lo stesso Perri, in servizio alla stazione di Traversetolo, si è commosso all’inizio della testimonianza quando ha raccontato del ritrovamento di un neonato, il 9 agosto 2024, nel giardino della casa di Vignale. «Vidi questo corpicino - ha detto rispondendo alle domande della pm Francesca Arienti - e le dico ho difficoltà, essendo padre, in quel momento non sono stato bene». Perri fu uno dei primi ad intervenire nella casa dove vive l'imputata, Chiara Petrolini, con la famiglia e dove si trova tuttora ai domiciliari. Quando venne trovato il corpo del neonato la famiglia era all’estero. In seguito, col proseguire delle indagini, venne trovato un secondo corpo, circa un mese dopo, di un bambino partorito sempre dalla 22enne un anno e mezzo prima. Secondo l’accusa la ragazza li ha uccisi entrambi, appena nati.
Dopo essere uscita dall’aula quando è stata proiettata la foto del cadavere del suo secondogenito, ritrovato il 9 agosto 2024, Chiara Petrolini è rientrata in aula per il conferimento dell’accertamento psichiatrico alle perite nominate dai giudici, Marina Carla Verga e Laura Ghiringhelli. Poi, come aveva annunciato il suo difensore, Nicola Tria, la giovane è uscita definitivamente dall’udienza, rinunciando a presenziare e rientrando a casa dove è agli arresti domiciliari. Quando è uscita dall’aula il padre, presente tra il pubblico, l'ha raggiunta. Le perite, affiancate dai consulenti delle parti, dovranno visitare la 22enne, acquisendo documentazione clinica e processuale ed esprimersi sulla capacità di intendere di volere all’epoca dei fatti e, in caso di incapacità, sulla pericolosità sociale della ragazza accusata di aver ucciso, subito dopo averli partoriti, i due figli neonati, concepiti con l’ex fidanzato, Samuel Granelli, suo coetaneo. Delle due gravidanze, a circa un anno e mezzo l’una dall’altra, nessuno avrebbe saputo nulla. Né famiglia, né amici, né il fidanzato.
Le operazioni inizieranno il 25 settembre alle 16.30. Le perite hanno chiesto un termine di 90 giorni alla Corte di assise, presieduta dal giudice Alessandro Conti. Saranno chiamate a testimoniare al processo il 2 febbraio 2026. Chiara Petrolini sarà sottoposta a test e autorizzata a raggiungere lo studio delle perite, per sottoporsi agli incontri.
Troppo forti le immagini del figlio morto e le descrizioni dei primi accertamenti sul piccolo cadavere e anche l’ex fidanzato di Chiara Petrolini, Samuel, ha chiesto di uscire dall’aula della Corte di assise di Parma. Il giovane, padre di entrambi i neonati partoriti dalla ragazza, si è allontanato con il volto provato, durante la deposizione di Domenico Sacchetti, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri del comando provinciale, che stava ricostruendo le fasi del ritrovamento del corpicino, il 9 agosto 2024. Pochi minuti prima l’imputata aveva rinunciato a presenziare ed era tornata a casa.
Samuel nei mesi scorsi ha riconosciuto i figli, chiamandoli Angelo Federico e Domenico Matteo, dando loro il suo cognome e firmando l’atto di nascita e di morte. Anche Chiara aveva partecipato al procedimento. La benedizione delle salme e la sepoltura erano avvenute in forma privata a marzo scorso.
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