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L'Istat ha reso noti oggi i dati territoriali dell'inflazione di ottobre, in base ai quali l'Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica delle città più care d'Italia, in termini di aumento del costo della vita. Non solo, quindi, delle città capoluoghi di regione o dei comuni con più di 150 mila abitanti. Parma è al 47° posto (+ 248 euro, e +0,9%). In testa alla graduatoria, Siena dove l'inflazione tendenziale pari a +2,8%, la più alta d'Italia, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 757 euro per una famiglia media. Medaglia d'argento per Bolzano che, con +1,9% su ottobre 2024, ha un incremento di spesa annuo pari a 630 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Pistoia, terza sia per inflazione, pari al 2,1%, che per spesa supplementare, pari a 568 euro annui per una famiglia tipo. Sull'altro fronte della classifica, la città più virtuosa d'Italia è Campobasso, dove con +0,1%, l'inflazione più bassa del Paese, si ha un aumento su base annua di 24 euro. Al secondo posto sia per inflazione che per spesa, Trapani, +0,2% e +46 euro. Medaglia di bronzo per Vercelli (+0,3% e +71 euro).
In testa alla classifica delle regioni più "costose" con un'inflazione annua a +1,5%, il Trentino Alto Adige che registra a famiglia un aggravio medio pari a 464 euro su base annua. Segue il Friuli Venezia Giulia (+1,6%, +438 euro). Al terzo posto, con +403 euro, il Veneto (+1,5%). La regione più risparmiosa è il Molise: +0,2% (la più bassa d'Italia) e +47 euro. In seconda posizione la Sicilia (+0,7%, +157 euro), in terza la Sardegna (+1%, +192 euro). Emilia Romagna a metà classifica, undicesima con + 1,1% e +295 euro.

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