×
×
☰ MENU

Biles e l'incubo Nassar: "Dovevo lasciare prima di Tokyo"

Biles e l'incubo Nassar: "Dovevo lasciare prima di Tokyo"

28 Settembre 2021, 14:03

La ginnasta Usa: 'lotterò per tutta la vita con questo peso'

Uno sfogo accorato tra verità e rimpianti. Continua a far parlare di sè l’icona della ginnastica mondiale Simone Biles che si confessa anima e corpo al 'New York' magazine dopo una Olimpiade di Tokyo contrassegnata dai suoi problemi di salute mentale, i 'demoni nella testa" sfociati nei 'twisties', le vertigini in volo che impediscono di capire quando e dove si atterrerà. 
«Avrei dovuto smettere molto prima di Tokyo», racconta oggi Biles, in un’intervista confessione al magazine New York che ne pubblica in copertina la foto con un titolo esplicito: «Simon Biles sceglie se stessa». 


Le parole della campionessa Usa chiudono il cerchio della sua vicenda che ha scosso tutto il mondo dello sport. A Tokyo, dopo i problemi di salute mentale che l’avevano esclusa dai concorsi, si era parlato di queti twisties, che nello slang della ginnastica rappresentano il senso di vuoto, come una sensazione di galleggiare nello spazio, una perdita di consapevolezza della propria presenza, che colpisce gli atleti durante una prova sportiva. Problemi che non hanno permesso alla stella della ginnastica americana di chiudere in bellezza una carriera super. Ma ora Biles spiega esplicitamente quel che si era intuito dalla sua testimonianza al Senato sull'affaire Nassar: tutto nasceva dagli abusi sessuali del medico della nazionale Usa di ginnastica. «Avrei dovuto abbandonare molto prima di Tokyo - ha rivelato l’icona della ginnastica americana parlando dei problemi che l’hanno fatta crollare - Se si guarda a tutto ciò che ho passato negli ultimi sette anni, non avrei mai dovuto essere in un’altra squadra olimpica», ha detto la 24enne americana, capace in carriera di vincere sette medaglie alle Olimpiadi e venticinque Mondiali. 


Considerata la più grande - o tra le più grandi - ginnasta di tutti i tempi, Biles ha rivelato nel gennaio 2018 di essere stata una delle vittime dell’ex medico della squadra femminile americana Larry Nassar, condannato all’ergastolo per violenza sessuale commessa nel corso di due decenni su più di 250 atlete, la maggior parte minorenni. «Quando Nassar finiva sui media, era troppo - ha aggiunto Biles -. Ma non gli avrei permesso di prendere qualcosa per cui avevo lavorato da quando avevo 6 anni. Non gli avrei permesso di portarmi via quella gioia. Quindi ho spinto oltre ciò che potevo, per tutto il tempo che la mia mente e il mio corpo me lo permettevano». A Tokyo, la statunitense doveva essere la superstar olimpica ma, invece di fare razzia di medaglie, si è improvvisamente bloccata, vittima proprio dei «twisties», un fenomeno potenzialmente pericoloso . Alla fine, ha partecipato ad una sola gara, conquistando il bronzo alla trave."Quando hai quelle sensazioni è come una questione di vita o di morte: sei in vola, e non sai dove atterrerai...», 
«Poniamo il caso - ha concluso Biles - che fino ai 30 anni uno veda perfettamente, poi una mattina ti svegli e non vedi niente. Ma la gente ti dice di continuare a fare il tuo lavoro come se avessi ancora la vista... Come dovrei continuare?. Probabilmente sarà qualcosa su cui lavorerò per 20 anni - ha concluso Biles - Voglio solo che un dottore mi dica quando sarò guarita. Come quando subisci un’operazione e ti rimettono a posto. Perchè nessuno può dirmi che tra sei mesi sarà finita?»

© Riproduzione riservata

CRONACA DI PARMA

GUSTO

GOSSIP

ANIMALI