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Ayrton Senna, trent'anni dopo: Imola e il mondo della Formula Uno ricordano il grande pilota brasiliano - Foto

Il 30 aprile 1994, sempre a Imola, perse la vita Roland Ratzenberger

01 Maggio 2024, 11:30

Trent'anni fa ci lasciava il più grande pilota: Ayrton Senna. Il giorno prima aveva perso la vita il pilota Roland Ratzenberger, sempre a Imola. Da quel tragico 1° maggio 1994, la Formula Uno non è più stata la stessa. La tragedia avvenuta a Imola sconvolse il mondo. E il Circus cambiò, puntando sulla sicurezza. 

Oggi sulla Gazzetta di Parma una pagina firmata da Paolo Ciccarone 

La commemorazione all'Autodromo Enzo e Dino Ferrari 
Oggi a Imola sono previste iniziative a 30 anni dalla morte di Ayrton Senna e Roland Ratzenberger. Alle 14.17, ora dell’incidente che costò la vita a Senna, è previsto un minuto di silenzio alla Curva del Tamburello. Sul palco, interventi del vicepresidente del Consiglio dei Ministri e ministro degli Esteri Antonio Tajani, del ministro delle Relazioni estere del Brasile, Mauro Vieira, del ministro degli Esteri austriaco Alexander Schallenberg, del sindaco di Imola Marco Panieri, del ceo di Formula One Stefano Domenicali e del presidente di Formula Imola, Gian Carlo Minardi.  


Senna e il dramma di Ratzenberger: la Formula Uno non fu più la stessa
Un week end da incubo per la Formula 1 a Imola lungo 30 anni. Quel maledetto Gran Premio da sempre nella memoria di tutti per la morte del mito Ayrton Senna, che sarà ricordato con una serie di celebrazioni al via già da stasera sull'Autodromo Enzo e Dino Ferrari dove domani saranno presenti ministri e personalità del Circus, cominciò proprio il 30 aprile del 1994, e con un altro dramma: la morte del 34enne Roland Ratzenberger. Quello sfortunato pilota austriaco che, pur di coronare il desiderio di correre in F1, accettò la Simtek Ford, scuderia esordiente sponsorizzata da Mtv. Non si qualificò in Brasile, giunse 11° ad Aida. Poi arrivò Imola dove le qualifiche, a poche ore da un altro grave incidente a Rubens Barrichello, gli furono fatali.
In quell'assolato sabato pomeriggio qualcosa va drammaticamente storto nel momento peggiore e nel posto peggiore, dopo il Tamburello che a Imola fino al '94 si fa in pieno per arrivare poi sempre a full gas nella picchiata della curva intitolata a Gilles Villenueve. Da quella curva la Simtec del pilota austriaco non riesce ad uscire, l’ala cede e la monoposto, ingovernabile, si schianta contro il muretto della pista a oltre 300 all’ora con un angolo di impatto impossibile.
Una tragedia seguita il giorno dopo da quella ancora più eclatante - un vero choc per tutto il mondo - quella in cui perse la vita l’icona Ayrton e che contribuì ad un aumento drastico della sicurezza in Formula 1; di lì, una lunga era senza incidenti fatali.
La Formula 1, dopo quella due giorni tragica di Imola, non fu più la stessa, in tutti i sensi. Non c'era più il mito di Senna. Ma non fu più accettato che il rischio valesse la vita. Il tutto grazie soprattutto all’opera del vecchio patron Bernie Ecclestone, della Fia e del suo ex presidente Max Mosley che istituisce la FIA Expert Advisory Safety Committee (comitato di sorveglianza sulla sicurezza). In quel periodo si capì, anche grazie a una leadership forte e incontrastata (Max Mosley e Bernie Ecclestone su tutti) che eventi simili avevano il potenziale di decretare la fine della Formula 1 per come si era abituati a concepirla, in termini economici e umani. Una presa di coscienza tradotta in azioni concrete che porterà ad avere una Formula 1 senza decessi per 20 anni.
Negli anni, poi, si è registrato un fiorire di innovazioni estremamente importanti, dalle cellule di sopravvivenza migliorate, al largo uso delle safety-car, fino al sistema Halo, che hanno rappresentato una profonda differenza. Dal 1994 ad oggi, si è registrato un solo incidente mortale in 28 anni di sport ai massimi livelli: il francese Jules Bianchi in Giappone nel 2014 morto per una serie di eventi, come la presenza in pista di un trattore adibito alla rimozione delle monoposto. Ma non è tutto: nel 1996 la FIA contribuisce alla creazione dei protocolli di sicurezza Euro NCAP, ancora oggi fondamentali per valutare il livello di protezione delle automobili in commercio. (ANSA).

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