SALA BAGANZA
Sala Baganza «I can see you, I can hear you», Joe Lansdale è in Texas ma sta incontrando i ragazzi delle terze medie della scuola Ferdinando Maestri di Sala Baganza. Un incontro virtuale, tramite Google Meet.
Qualche piccolo problema di connessione e finalmente scorrono sullo schermo le immagini del breve videoclip preparato dagli studenti, un piccolo assaggio del luogo in cui vivono e studiano: la loro scuola, la Rocca Sanvitale, i Boschi di Carrega.
«La sottile linea scura» è il romanzo del celebre scrittore texano letto in classe nell’ambito del progetto dell’Università di Perugia, al quale l’Istituto scolastico ha aderito, «Lettrici e lettori forti», finanziato da Fondazione Cariparma: un’ora al giorno di lettura ad alta voce può migliorare le capacità di apprendimento e concentrazione.
Entusiasta di essere stato invitato Joe Lansdale sorride divertito nel vedere gli studenti seduti ai banchi, pronti ad intervistarlo.
«Molti dei miei racconti si ispirano alla vita reale, spesso alla mia stessa vita, ma anche ad immagini e letture, lascio correre la fantasia. In questo caso l’idea è venuta da mie esperienze di bambino con situazioni di razzismo e dal mio amore per il drive-in. Ed ecco le domande dei ragazzi».
Hai qualche scrittore preferito? «Ray Bradbury, Raymond Chandler, Hemingway, molti vecchi classici, ma leggo di ogni genere, anche fumetti!».
Quando hai deciso di diventare scrittore?, incalzano i ragazzi. «Avevo quattro anni quando ho provato a scrivere fumetti ma non ho pensato a me come scrittore fino ai 21, quando ho venduto il mio primo pezzo, un saggio».
Consigli a un aspirante scrittore? «Leggere è la miglior difesa e il miglior attacco. Scrivi quando c’è l’ispirazione, portaci dentro le tue esperienze di vita. Devi trovare la tua voce, il tuo “groove.” Io scrivo solo tre ore al giorno, è perfetto per me. Il mio amico George Martin invece non si alza mai dalla scrivania ed è per questo che “Game of Thrones” è così lungo!» conclude ridendo.
Ti è mai capitato di abbandonare un libro che avevi iniziato? «Sì, ho abbandonato qualche storia, ma non accade spesso, può diventare una cattiva abitudine. Non si dovrebbe lasciare quando diventa difficile. Così come nella vita. Vengo da una famiglia di “colletti blu“, agli inizi ho fatto lavori manuali. Quindi per me scrivere non è duro e amo farlo», conclude Lansdale che a maggio sarà al Festival del libro di Torino. «Adoro l’Italia!», dichiara tra l’entusiasmo degli studenti che non perdono l’occasione di invitarlo, nel caso riuscisse a passare anche da Parma.
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