MALTRATTAMENTI
Poco più che una ragazzina quando aveva deciso di progettare la sua vita accanto a lui. A 18 anni, Anna (la chiameremo così) aveva lasciato la casa di famiglia per andare a convivere con lui, dieci anni in più di lei. Poi, tutto era accaduto in fretta: nell'aprile del 2022 era nato un figlio, ma già tre settimane dopo l'armonia si era spezzata. Era lui a sentirsi stressato, dopo l'arrivo del bambino. Così provato da assentarsi spesso dal lavoro, fino a perdere il posto, da perdere sempre più soldi alle slot diventando anche insolente e aggressivo nei confronti di Anna. Insulti, minacce, oggetti rotti in casa, ma anche calci. E un giorno, mentre lei era seduta sul muretto dell'argine del Po a Colorno, l'aveva spinta all'indietro rischiando di farla cadere nel fiume. Accusato di maltrattamenti, l'ex compagno - 31 anni, marocchino - ieri ha patteggiato 1 anno e 8 mesi davanti al giudice Gabriella Orsi.
In pochi mesi, dopo la nascita del bambino, la situazione era precipitata. Il primo calcio? In strada, durante una banale discussione, mentre Anna aveva il piccolo in braccio e allo stesso tempo spingeva il passeggino. Una settimana dopo era tornato alla carica con la richiesta di soldi: voleva il bancomat di Anna e, al suo no, glielo aveva strappato di mano e gettato nel Po, per poi darle quella spinta che avrebbe potuto farla cadere in acqua.
Se ne era andata a ottobre, Anna. Era tornata con il bambino a casa della madre, ma lui aveva cominciato a non darle tregua. Scampanellate un po' ad ogni ora, sputi in faccia e, per la prima volta, anche le minacce: «Ti sgozzo». Ha atteso ancora qualche mese, ma poi ha denunciato.
G.Az
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