La tragedia di via Marx
«Una tragedia famigliare»: non si capacitano gli ex colleghi di Giorgio Miodini, storico tassista di Parma in pensione, per la tragedia in via Marx.
«Un uomo buono e disponibile - continuano -. E' andato in pensione oltre dieci anni fa. Ed era un ottimo collega. Giorgio faceva un po' da chioccia a tutti noi tassisti, perché essendo un anziano del mestiere dava sempre buoni consigli. E' stato anche rappresentante di categoria per Apla Confartigianato».
Una persona «cordiale e di cuore - continuano gli ex colleghi -. Con una grande passione per la bicicletta: gli piaceva fare i giretti in Appennino, senza però esagerare. La caccia? Nessuno di noi sapeva che andava a caccia e soprattutto nessuno sapeva che aveva un'arma in casa: siamo sicuri, Giorgio non ha mai avuto la passione per la caccia. E non riusciamo a credere a quello che è successo: oggi (ieri per chi legge n.d.r.) ci siamo sentiti tutti tra ex colleghi e tutti erano sconvolti. Ultimamente era dimagrito molto proprio perché da tempo doveva sopportare una situazione pesante in casa. Ecco perché è parere comune che quello che è successo in via Marx non sia un fatto da paragonare ad altri casi, ma soprattutto una tragedia famigliare, perché Giorgio era esasperato dalla situazione che doveva sopportare: la moglie stava male da tempo e da tempo non usciva nemmeno di casa. E lui si stava esaurendo».
Lui che da queste prime testimonianze appare una persona che ha dedicato cure per il prossimo: «Ha cresciuto anche i nipoti - perché purtroppo il fratello e la cognata sono morti in un incidente stradale tanto tempo fa. Giorgio si è sempre sacrificato per gli altri e ha anche assistito in casa la madre centenaria. È sempre stata una brava persona, molto responsabile e evidentemente nell'ultimo periodo era rimasto solo a lottare contro la malattia della moglie. E - concludono gli ex colleghi - piano piano ha perso le forze: si stava esaurendo».
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