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La nuova serie A

Con il ritorno del Parma e l'Inter ad Oaktree, le «sette sorelle» adesso parlano americano

Con il ritorno del Parma e l'Inter ad Oaktree, le «sette sorelle» adesso parlano americano

23 Maggio 2024, 03:01

C'erano una volta le sette sorelle del calcio italiano. Correvano gli anni Novanta quando Milan, Juventus, Inter, Parma, Fiorentina, Lazio e Roma rendevano la serie A davvero il campionato più bello del mondo, con battaglie entusiasmanti sul campo - a caccia dello scudetto – ma anche fuori, in sede di mercato, pronte a contendersi a suon di miliardi di vecchie lire i fuoriclasse più ricercati dell'epoca.

Trent'anni dopo la geografia del pallone appare completamente ridisegnata. Di sette sorelle si può tornare a parlare. Ma in un altro senso e utilizzando un'altra lingua: l'americano.

Tra ritorni e novità
Per un curioso scherzo del destino ben cinque delle protagoniste di quella straordinaria e quasi irripetibile epopea calcistica italiana, che vedeva i nostri club spadroneggiare anche in Europa, vantano oggi una proprietà statunitense. Delle «storiche» sette sorelle, solo Juventus e Lazio mantengono ancora una proprietà italiana: la società bianconera della famiglia Agnelli e la Lazio di Claudio Lotito.

Parma e Inter si sono appena riunite alle altre tre: il Milan, con il colosso RedBird rappresentato da Gerry Cardinale, la Fiorentina di patron Rocco Commisso e infine la Roma, guidata dal gruppo Friedkin: la società gialloblu è diventata a stelle e strisce nel 2020, con l'avvento di Kyle Krause, mentre quella nerazzurra proprio nelle scorse ore, con il passaggio al fondo californiano Oaktree Capital Management, dopo «il mancato rimborso del prestito triennale concesso alle holding dell’Inter – spiegava una nota diffusa ieri -, scaduto il 21 maggio 2024 con un saldo complessivo di circa 395 milioni di euro».

Le altre «sorelle americane» sono invece due «new entry» che, appena prima dell'inizio del nuovo millennio, vivevano alterne fortune: Atalanta e Genoa. Il club orobico, che con la famiglia Percassi al timone è diventata un modello virtuoso nel coniugare eccellenti risultati sportivi ad una equilibrata gestione finanziaria ed organizzativa, appartiene oggi alla Bain Capital di Stephen Pagliuca. Il Grifone è passato invece sotto il controllo della 777 Partners e, dopo essere tornato in serie A, ha appena ottenuto una tranquilla salvezza. A queste potrebbe aggiungersene una ottava: si tratta del Venezia, che in questo momento sta disputando i play-off e presieduto dall'americano Duncan Niederauer. Nella serie A che verrà ci sono altre proprietà straniere: il Bologna del canadese Joey Saputo e l'altra neopromossa Como dell'indonesiano Hartono.

I tempi cambiano
Un segnale evidente dei tempi che cambiano e della necessità, per i club che vogliono competere ad alti livelli, di capitali freschi in grado di assicurare una forte capacità di investimento, anche a livello di infrastrutture, leggasi nuovi stadi. «Se fino a poco tempo fa, Milan e Inter erano nelle mani di due imprenditori italiani, addirittura milanesi, e adesso siamo passati ai fondi, vuol dire che l'epoca del romanticismo è finita» la riflessione di Ernesto Pellegrini, ex presidente dei nerazzurri. Che però aggiunge: «Al tifoso interessa relativamente chi comanda e chi è il proprietario. L'importante è che la squadra del cuore vinca». Con buona pace dei più nostalgici.

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