Buona tavola
I costanti viaggi in giro per il mondo, l’apertura verso tutte le cucine e una profonda conoscenza della pasticceria e della panificazione. Tutto questo, unito ad un’innata curiosità verso l’origine dei prodotti e alla convinzione che la cucina sia un mezzo fondamentale per raccontare e raccontarsi, rendono Dara Yu una delle promesse più eccellenti della cucina contemporanea. Profondamente innamorata dell’Italia, la giovane chef è stata accolta dall’Hostaria Tre Ville di Parma, dove ha potuto provare i prodotti tipici del territorio.
La Yu, all’età di 12 anni, aveva partecipato a Masterchef Junior classificandosi seconda. Nella dodicesima edizione di Masterchef ha invece sbaragliato tutti, diventando la più giovane vincitrice del programma culinario più famoso al mondo.
«Da questa esperienza – prosegue – mi porto dietro tante emozioni. Stress, eccitazione, felicità e un po’ di tristezza. È stato tutto molto intenso, una vera montagna russa. Oltre alle tante ore sul set, le persone venivano eliminate ogni giorno e non avevo il tempo di realizzare perché c’era già una nuova sfida da affrontare. Poter tornare, rifare Masterchef e poi vincere è stato fantastico».
Per la finale di Masterchef, Yu ha preparato tre portate ispirate alla sua infanzia e alle sue origini. La passione per la cucina, infatti, è stata per lei quasi innata e, da allora, non ha mai smesso di crescere ed evolversi. «Il senso del gusto nasce nel grembo materno – ironizza – e fino al sesto mese di gravidanza di mia madre, i miei genitori hanno vissuto in Italia. Probabilmente, la mia passione per la cucina è nata proprio in quel periodo. Grazie al lavoro di architetto di mio padre abbiamo sempre viaggiato molto, permettendomi di esplorare cucine diverse e affascinanti».
Sono trascorsi due anni da quella vittoria e, a soli ventidue anni, Dara Yu ha già visto aprirsi molte strade, dimostrando di avere le idee chiare sul suo futuro. «Sono certa di voler continuare a lavorare con il cibo – afferma – e ci sono tanti progetti in ballo. Ho aperto dei pop up, spero di scrivere un libro di cucina e fare anche uno show televisivo».
La qualità del cibo e il profondo legame con il territorio sono tra gli aspetti che hanno colpito maggiormente la giovane cuoca al suo arrivo a Parma. «In California – spiega – otteniamo ingredienti da tutto il mondo. Qui a Parma è incredibile vedere il processo che porta alla creazione di un prodotto e apprezzarne la sua specificità».
Il suo consiglio per chi desidera intraprendere la stessa carriera è di essere avventurosi. «È fondamentale – conclude – avere delle buone conoscenze culinarie. Per farlo consiglio di provare tutti i cibi e viaggiare il più possibile, anche localmente. Ci sono così tanti ristoranti ormai. Dal vietnamita al cinese all’italiano, bisogna provare tanti piatti e i diversi sapori per cogliere le differenze, ma anche le somiglianze».
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