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tribunale

Le affitta una stanza e poi la molesta per mesi: 74enne patteggia

Le affitta una stanza e poi la molesta per mesi: 74enne patteggia

di Georgia Azzali

07 Dicembre 2024, 03:01

Un rifugio. Un tetto per lei e suo figlio, quel ragazzino che aveva dovuto crescere da sola. Finché, nel gennaio del 2022, sulla sua strada aveva incrociato l'uomo che le avrebbe dato un angolo sicuro: una stanza nella casa bifamiliare in cui lui viveva da solo. Nessuno slancio di generosità, perché comunque Karima (la chiameremo così), 37enne tunisina, avrebbe dovuto passargli 250 euro al mese. Lavori saltuari, pochissimi soldi, così anche quella soluzione le era sembrata un'ancora di salvezza. Ma già la prima sera, durante la cena, il «salvatore» aveva mostrato il suo vero volto: le si era avvicinato e l'aveva palpeggiata. Ma anche nei quattro mesi successivi sarebbe andato all'attacco, con molestie e richieste sempre più esplicite. E nel mirino era finito anche il figlio, 16 anni, minacciato e aggredito solo perché aveva osato proteggerla. Accusato di violenza sessuale, minaccia e percosse, il pensionato - 74enne, parmigiano - ha patteggiato 1 anno e 6 mesi davanti al gup Gabriella Orsi, che non gli ha concesso le attenuanti generiche.

Una donna fiaccata dalle difficoltà della vita, Karima, eppure così tenace. Dopo quelle prime molestie, aveva lasciato subito la casa. Nei due giorni successivi si era persino adattata a vivere in un'auto prestata da un amico pur di non tornare in quella stanza. Ma poi suo figlio si era fatto male: un brutto incidente con il monopattino. Per dieci giorni Karima aveva dovuto assisterlo in ospedale, non potendo né lavorare né cercare una nuova sistemazione. Così, era stata costretta a fare marcia indietro. A tornare sotto lo stesso tetto di quell'uomo che avrebbe voluto dimenticare. Nei primi mesi Karima era un fantasma: un'ospite trattata con assoluta indifferenza anche quando a casa arrivavano gli amici di lui. Ma a marzo, mentre stava lavando i piatti, lui le si era avvicinato allungando le mani sul sedere. Poi era diventato mellifluo, morboso: l'abbracciava e le sussurrava «ti voglio bene», oltre a farle richieste molto più spinte.

Si era sempre sottratta, Karima, finché un giorno di maggio l'aveva visto entrare in bagno in mutande (nessuna porta della casa aveva la chiave) mentre lei stava facendo la doccia. E le avance, pesanti, erano cominciate immediatamente.

Era scivolata subito fuori casa. E da quel giorno, pur non sapendo nulla, il figlio aveva percepito la sua paura, quella tristezza profonda, e le stava quasi sempre vicino, assentandosi anche da scuola.

Una presenza ingombrante. Un ostacolo per il proprietario di casa. Che era diventato sempre più scontroso e aggressivo sia nei confronti del ragazzo che della madre. In quel periodo le erano spariti anche sparire 500 euro dalla sua borsetta appoggiata in camera.

Nell'ottobre del 2022 Karima aveva trovato un lavoro stabile come cameriera in un hotel della città. E i suoi soldi avrebbero cominciato a fare sempre più gola al 74enne: «Aveva insistito perché gli pagassi una multa da 600 euro, e io l'ho fatto, altrimenti mi avrebbe cacciata da casa».

Poi, ancora una volta, se l'era ritrovato in bagno mentre faceva la doccia. E quando il figlio, sentendola urlare, era accorso, l'aveva minacciato: «Vai fuori, altrimenti ti rompo la testa». Il 26 dicembre si era precipitata a casa dal lavoro: aveva trovato il figlio con uno zigomo arrossato e le labbra gonfie.

Poi erano cominciati gli ultimi dieci giorni di angoscia e segregazione: la cucina e il bagno le erano stati proibiti. Lei e il figlio erano costretti a prendere cibo da asporto e a mangiare nella loro camera da letto. Finché aveva deciso di dare ancora una svolta alla sua vita: era arrivata la denuncia. E subito dopo una struttura protetta.

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