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Guidò il Pci dopo lo scandalo urbanistico

Addio a Mirco Sassi, se ne va un faro della sinistra

Addio a Mirco Sassi, se ne va un faro della sinistra

di Antonio Bertoncini

28 Ottobre 2025, 03:01

E’ venuto a mancare ieri mattina Mirco Sassi, protagonista di primo piano della politica parmigiana negli ultimi venticinque anni del secolo scorso. Fu segretario del Partito comunista di Parma in tempi in cui la politica era ancora un faro nella vita collettiva. Fu lui, appena ventottenne, a portare il Pci fuori dalle secche del grande scandalo urbanistico che scaturì dalla famosa lenzuolata in piazza della Pace e ad avviare il nuovo corso della politica parmigiana.

Sassi non era uomo da comizi. Chi lo ha conosciuto ha potuto apprezzarne il pragmatismo, la determinazione, la visione proiettata verso il futuro, ma anche la coerenza di un uomo che ha rifiutato i privilegi, e quando ha chiuso con la politica si è costruito da solo una nuova vita.

Nato a Parma in borgo delle Colonne il 16 febbraio 1947 da famiglia operaia, Sassi si diplomò al Romagnosi, si iscrisse all’Università, poi fu rapito dalla passione per la politica. Nel 1967, quando stava per esplodere la contestazione studentesca, si iscrisse alla Fgci, chiamato da Lionello Leoni, del quale divenne inseparabile compagno in tante battaglie, con il difficile compito di attirare giovani nell’alveo della sinistra storica. La sua cultura politica lo portò ad essere individuato come delfino dell’allora segretario Franco Bianchi, predestinato a guidare una vigorosa azione di rinnovamento del partito. Tutto accelerò con lo scandalo urbanistico, che toccò anche il Pci come partito di governo. Berlinguer inviò a Parma il suo braccio destro, il milanese Gianni Cervetti, con il compito di indicare la via per l’uscita da una situazione difficile.

Dopo le dimissioni della giunta guidata da Cesare Gherri, fu lui, al Comitato federale del Pci, ad indicarlo come segretario provinciale, carica che ricoprì dal 1976 al 1983. «Mirco Sassi divenne segretario in un momento particolarmente delicato - dice Franco Torreggiani, che lo ha ricordato ieri nella seduta del consiglio comunale - quando entrarono in giunta con Cremonini i pezzi da novanta del Pci: il vicesindaco Gianni Cugini e gli assessori Franco Bianchi (segretario provinciale) e Lionello Leoni (segretario cittadino). Nel 1983 entrò in segreteria regionale, poi nel Comitato centrale del partito, fu capogruppo in consiglio comunale, vicepresidente della Provincia e presidente del consiglio provinciale». Per Danilo Sardella, che lavorò al suo fianco nella segreteria provinciale «Mirco Sassi era la naturale espressione di un partito che mirava alla costruzione di un mondo nuovo, più giusto e più libero. Argomentatore sottile e meticoloso, appariva freddo e quasi distaccato, ma era animato da una forte passione politica, amava la gente semplice, e come dirigente resse il partito nella tempesta dello scandalo urbanistico, capace di riconoscere gli errori senza far venir meno la fiducia nella moralità».

Marcella Saccani lo ricorda come «uomo di grande raffinatezza, che mi ha insegnato la politica, segretario di un partito né semplice né facile». Anche Carmen Motta ebbe modo di collaborare con lui: «Mirco Sassi era autorevole, ma aperto al confronto. Ha cercato di allargare gli orizzonti oltre gli stretti schemi di partito. E quando ha deciso di porre fine a al ruolo di dirigente politico, lo ha fatto senza chiedere nulla: è stato un esempio di grande coerenza e dignità».

Alla seconda parte della vita di Mirco Sassi fa cenno un comunicato della famiglia: «Nel 1990 - si legge -, a 43 anni, Mirco si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, conseguì la laurea con il massimo dei voti e nel 2000 iniziò ad esercitare la professione di avvocato nello studio insieme alla moglie». E Giorgio Ferrari lo ricorda così: «Come cognato, vicino di casa e collega di studio, posso dire che Mirco è stato uomo di rara lucidità ed eccellente padronanza della lingua, appassionato lettore e amante dei viaggi, una persona colta e un ottimo collega su cui fare affidamento». Mirco Sassi lascia la moglie Raimonda, le figlie Barbara e Monica e le nipoti Anna e Teresa. Chi vuole rivolgergli l’estremo saluto potrà farlo oggi, dalle 11 alle 16, nella Casa del commiato del Maggiore.

Antonio Bertoncini

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