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Rincari incontrollati: consumatori e aziende in difficoltà

Rincari incontrollati: consumatori e aziende in difficoltà

18 Marzo 2022, 11:59

La CISL Parma e Piacenza esprime forte preoccupazione sui rincari incontrollati che, anche a livello locale,  stanno mettendo in seria difficoltà  i consumatori ed i lavoratori dei comparti industriali del territorio:

“Ormai tutti conoscono le ripercussioni derivanti dalla guerra in Ucraina, conflitto che rende gli scenari ancora più foschi e che sicuramente influenzeranno un ulteriore aumento dei prezzi del “carrello della spesa”, dell'energia e dei carburanti – dice Angela Calò, segretario generale aggiunto di CISL Parma Piacenza - In una situazione cosi fragile si inseriscono operazioni speculative a danno dei consumatori, come è stato espresso da più parti in questi ultimi giorni. Ed è qui che   lo Stato deve intervenire al più presto, attraverso controlli efficienti e sanzioni pesanti, per impedire ad operatori senza scrupoli e senza morale di approfittare delle persone più fragili e per questo più vulnerabili.”

Il tempo stringe e la situazione si sta ulteriormente complicando: “L’aspetto speculativo non va sottovalutato e va fermato immediatamente – ribadisce Calò - e aggiungo che  molte aziende locali hanno sospeso la propria attività, altre sono ad un passo dal richiedere la cassa integrazione e se non si interverrà in tempo, tutti i vantaggi che il PNRR potrebbe portare saranno vanificati.”

E a questo proposito, dalla segreteria della FEMCA CISL, categoria con un grande numero di aziende energivore, interviene anche Germano Giraud: “Stiamo assistendo ad un preoccupante paradosso: le aziende più coinvolte dagli aumenti spropositati dei costi del gas e dell’energia sono al massimo della loro produzione, sia per il buon momento commerciale sia per poter distribure i costi su un maggior quantitativo di prodotto. I lavoratori sostengono ritmi di lavoro altissimi, tutte le linee sono attive al massimo ma, se la speculazione non sarà fermata (e di certo non basterà tagliare le accise di 15 centesimi), a breve si rischia di entrare in cassa integrazione, perché le aziende dovranno ridurre la maggior parte delle linee perchè costo di produzione non sarà più sostenibile. Se questo si concretizzasse, si innescherebbe il drammatico rischio di  perdere importanti fette di mercato a favore di aziende estere, le cui nazioni, in tempo utile, avranno nel frattempo attivato un vero piano energetico rendendole più autonome. Infine - conclude Giraud - è evidente la distorsione del “libero mercato”, che dovrebbe agevolare i consumi energetici consentendo di scegliere il fornitore più conveniente ma che in realtà si muove al contrario, come in una sorta di cartello globale speculativo che corre solo al rincaro. Anche a questo è urgente porre rimedio”

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