Il caso
Andrea Massari (foto d'archivio)
“In merito alla preoccupazione che sta interessando la Provincia di Parma - scrive in una nota il presidente della Provincia Andrea Massari - riguardo ai ritrovamenti di carcasse affette da peste suina credo occorra prima di tutto incentivare l’attività di contenimento dei cinghiali e di monitoraggio delle carcasse per impedire la diffusione del virus, utilizzando a pieno, senza indugio, i contributi economici e il supporto tecnico che le Strutture regionali forniscono per supportare la Provincia e la preziosa collaborazione prestata da tanti ATC del nostro territorio.”
“Siamo di fronte - dice Massari - ad una situazione estremamente critica per la quale occorre affrontare i mesi a venire in modo coordinato e con vero spirito emergenziale, analizzando le tante cose che sino ad oggi non hanno funzionato e sfruttando a pieno tutte le possibilità che possono essere intraprese.”
"Purtroppo - afferma Massari - è mancato completamente il coordinamento generale da parte della struttura commissariale, ciò ha fatto sì che si siano adottate misure differenti nelle diverse Regioni, in particolare rispetto all’ evidente necessità di allineamento dei calendari venatori, che non ha certo contribuito alla limitazione dell'espansione del virus al di fuori dei territori interessati nella prima fase della comparsa della malattia.”
"Deve essere decisamente sostenuta - prosegue Massari - con incentivi tutta la filiera affinché sui cinghiali abbattuti possano essere fatti rapidamente i controlli di positività e l’eventuale smaltimento delle carcasse positive e il libero autoconsumo per le spoglie negative. Tutto questo con il contributo fondamentale degli ATC. Questo strutturando un efficace sistema territoriale di raccolta e deposito dei capi, in stretta collaborazione con le autorità sanitarie e prevedendo ristori adeguati per gli ATC attenti ai danni alle coltivazioni. Le associazioni difficilmente possono accollarsi le spese per rimborso danni agli agricoltori; quindi, vanno supportati con altri tipi di interventi.”
“Ad oggi queste sono ancora questioni non risolte - conclude Massari - e oggetto di lunghe discussioni. Occorrono invece azioni, decisione e coordinamento, si nominino subito i sub-commissari per ogni provincia interessata, per attivare meccanismi di ingaggio e responsabilizzazione dei cacciatori; coinvolgere gli Enti Gestori delle aree protette; potenziare un sistema territoriale di raccolta e smaltimento delle carcasse e promuovere nuove forme di 'attuazione dei piani di controllo', superando tutte le criticità esistenti e ad oggi più che note”
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