la guerra in ucraina
La spiaggia di Odessa
Le truppe russe hanno cercato di arrivare a Odessa dal mare e di sbarcare un gruppo di sabotaggio e ricognizione che è stato respinto. Lo riporta Ukrinform citando Vladislav Nazarov, un ufficiale del South Operational Command. "Il nemico continua a perlustrare la costa e il Mar Nero. Ma i sistemi di difesa aerea stanno facendo il loro lavoro. Il tentativo del nemico di far attraccare motoscafi nella regione di Odessa non ha avuto successo, sono stati respinti", ha detto Nazarov.
Oltre metà degli abitanti è fuggita da Chernihiv, che è completamente distrutta, e oltre 200 civili sono stati uccisi dall’inizio dell’invasione. Lo ha detto il sindaco della città nel nord dell’Ucraina, vicino al confine con la Bielorussia, da giorni isolata per la distruzione di un ponte stradale sul fiume Desna, cruciale per i collegamenti con Kiev. «E' più facile contare le case intere che quelle distrutte», ha detto in conferenza stampa il primo cittadino Vladyslav Atroshenko, citato dall’Ukrainska Pravda, aggiungendo che le evacuazioni sono impossibili. In città, ha aggiunto, manca l'elettricità e scarseggia l’acqua corrente.
A Varsavia per incontrare i profughi ucraini il presidente americano Joe Biden alza ancora il tiro contro il capo del Cremlino e definisce il presidente russo Wladimir Putin «Un macellaio». E, incontrando in precedenza i ministri ucraini di esteri e difesa, Kuleba e Rezniko, assicura «ulteriori sforzi per aiutare l’Ucraina a difendere il suo territorio» e per far sì che Putin «risponda per la brutale aggressione da parte della Russia, comprese nuove sanzioni». E da Varsavia fa sapere che «l'articolo 5 un obbligo sacro» riferendosi all’articolo del trattato Nato secondo cui un attacco armato contro uno o più membri dell’Alleanza sarà considerato come un attacco diretto contro tutte le parti. E assicura che gli 'Usa saranno con l’Ucraina fino alla vittorià.
Sul terreno intanto continua la guerra. Esplosioni sono state udite vicino a Leopoli, nell’ovest dell’Ucraina, dove si vede in lontananza anche una colonna di fumo. La Cnn mostra alcune immagini del fumo in lontananza. E a Kharkiv è stato colpito, il memoriale dell’Olocausto. Lo scrive su Twitter il ministero della Difesa ucraino spiegando che «gli invasori russi hanno sparato e danneggiato il memoriale dell’Olocausto di Drobitsky Yar alla periferia di Kharkiv. I nazisti sono tornati. Esattamente 80 anni dopo».
«Per amor di Dio, quest’uomo non può restare al potere», ha detto Biden, evocando per la prima volta un cambio di regime in Russia. «Non abbiate paura. Un dittatore che vuole ricostruire un impero non cancellerà mai l'amore della gente per la libertà», ha aggiunto il presidente Usa sottolineando che la guerra in Ucraina è «colpa di Vladimir Putin». "Le forza americane sono in Europa non per attaccare le truppe russe ma per difendere gli alleati Nato e non si sposteranno finché non avremo certezza che non sarà invaso il territorio Nato. E lo dico chiaramente: non pensateci nemmeno di invadere un territorio Nato, nemmeno un centimetro sarà sottratto. Per noi l’art. 5 è sacro e lo difenderemo con tutte le nostre forze".
Joe Biden «non stava parlando di un cambio di regime in Russia». Lo precisa la Casa Bianca dopo che il presidente americano ha detto che Vladimir Putin «non può restare al potere». «Il punto del presidente era che a Putin non può essere concesso di esercitare potere sui vicini e sulla regione. Non stava parlando di Putin al potere in Russia, o di un cambio di regime», afferma un funzionario della Casa Bianca.
Mosca pare aver cambiato strategia - ma non secondo Biden - ridimensionando i suoi obiettivi puntando decisamente al controllo del Donbass. Ha accordato - almeno nelle dichiarazioni -, l’apertura di dieci corridoi umanitari, liberato il sindaco di Slavutych, concentrato i suoi attacchi nel sud-est dell’Ucraina, ma continuando a colpire Mariupol, ormai un cumulo di macerie e serrando d’assedio la città di Kherson dove è fallito un primo tentativo di evacuare un convoglio umanitario di donne e bambini, diretto a Odessa. Una Odessa dove Putin ha tentato uno sbarco per ora fallito. E per rinforzare le sue truppe, stanche, senza viveri e con difficoltà logistiche, arruola 800 combattenti di Hezbollah ai quali promette 1500 dollari al mese e attinge alle sue truppe in Georgia.
Non tace il Papa. «Speriamo e preghiamo perché questa guerra vergognosa per tutti noi, per tutta l’umanità, finisca al più presto: è inaccettabile; ogni giorno in più aggiunge altre morti e distruzioni» ha ribadito nell’udienza alla Federazione Italiana Ricetrasmissioni. «Tanta gente si è mobilitata per soccorrere i profughi. Gente comune, specialmente nei Paesi confinanti, ma anche qui in Italia, dove sono arrivati e continuano ad arrivare migliaia di ucraini. Il vostro contributo è prezioso, è un modo concreto, artigianale di costruire la pace», ha sottolineato il Papa.
Intanto Putin fa filtrare, tra i suoi militari impegnati nell’offensiva in Ucraina, che la fine della guerra potrebbe avvenire il 9 maggio, per proclamare la missione compiuta nel giorno delle celebrazioni della Liberazione dai nazisti.
Nell’aggiornamento di intelligence, la Difesa britannica riferisce che le forze russe non si impegnano in operazioni di fanteria urbana, preferendo l’uso indiscriminato di bombardamenti aerei e di artiglieria per demoralizzare le forze ucraine: 'Cercano di limitare le loro perdite a costo di vittime civilì, si osserva.
Il sindaco di Kiev Vitali Klitschko ha annullato il coprifuoco prolungato a partire da sabato. In una dichiarazione su Telegram, Klitschko ha detto che il coprifuoco «rimarrà normale - dalle 20 di sabato alle 7 di domenica» revocando il precedente ordine che prevedeva l’ordine di coprifuoco da sabato alle 20 fino alle 7 di lunedì.
Il presidente ucraino Zelensky - che secondo il New York Post potrebbe fare un’apparizione video, live o registrata, domenica alla serata degli Oscar - torna ad accusare la Russia di alimentare la corsa agli armamenti nucleari, e in un videomessaggio alla riunione del Forum di Doha chiede al Qatar di aumentare la produzione di gas, per contrastare le minacce russe di usare l’energia come un’arma.
Ieri al Consiglio Ue l’accordo tra i Paesi dell’Unione europea che procederanno all’acquisto congiunto di gas per far valere sui mercati il loro peso strategico e politico e spuntare condizioni migliori. Parallelamente si procederà a ricostituire le scorte anche comuni. Resta invece in sospeso il tema del tetto ai prezzi del gas e della riforma del mercato dell’energia elettrica. A Roma il piano per la diversificazione delle fonti sarà pronto in un paio di settimane.
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