SICCITA'
Nel Bacino Padano il fabbisogno d’acqua è alto ma tutte le disponibilità sono «in esaurimento" in quella che è una crisi «con valori mai visti da 70 anni». E' il nuovo allarme che arriva dall’Osservatorio sugli utilizzi idrici del grande fiume riunito oggi a Parma in seduta straordinaria con Autorità del Po, Regioni, portatori d’interesse, protezione civile. Allo scenario già molto critico, si evidenzia, «si aggiunge la previsione di mancanza di piogge e il persistere di alte temperature sopra la media».
«La situazione sta diventando drammatica, perchè oltre al fatto di avere una portata limitata e le piogge che stanno mancando, abbiamo altri due fattori molto importanti. La temperatura è più alta di 2-3 gradi, in alcuni punti anche quattro gradi, rispetto alla media del periodo. E manca completamente la risorsa della neve, quindi il magazzino e lo stoccaggio in montagna» di acqua.
Sono i principali fattori di allarme delineati da Meuccio Berselli, segretario generale di AdBPo, l’autorità di bacino. Quindi, sottolinea Berselli, «abbiamo delle aree che possono rimanere senz'acqua. Allora bisogna innescare uno spirito di sussidiarietà tra i territori, per cui i prelievi idrici vanno controllati, vanno verificati, e dobbiamo portare acqua a tutti. Altrimenti dobbiamo intervenire immediatamente con la Protezione civile. La situazione è davvero molto delicata».
La neve sulle Alpi è totalmente esaurita in Piemonte e Lombardia. I laghi, a partire dal Lago Maggiore, sono ai minimi storici del periodo (eccetto il Garda). La temperatura è più alta fino a due gradi sopra la media, la produzione di energia elettrica è in stallo. Le colture, nonostante l’avvio tardivo di 15 giorni della pratica dell’irrigazione (esempio in Lombardia), sono tutt'ora in sofferenza. Critico - sottolinea l’Osservatorio sul Po riunito oggi - è il quadro di insieme degli indicatori idro-meteo-climatici che caratterizzano il bacino del fiume e che di conseguenza influiscono sul fabbisogno idrico per gli usi civili, irrigui e ambientali che in questi mesi, soprattutto in vista dell’estate, è già di per sè più alto che in altri periodi dell’anno.
Si accentua anche la risalita del cuneo salino a oltre 10 chilometri dalla costa adriatica e con un utilizzo all’80% a 15 chilometri dal mare, con un impatto non indifferente su habitat e biodiversità. In quelle aree del Rodigino e del Ferrarese l'irrigazione è tutt'ora sospesa o regolata in modo minuzioso nel corso della giornata.
Stabiliti durante la seduta tre principi fondamentali per la gestione di questa «crisi idrica straordinaria": il comparto idroelettrico ha dato la propria disponibilità, indipendentemente dalle concessioni legislative, a sostenere il settore primario dell’agricoltura in caso di manifesta necessità produttiva; i Grandi laghi confermano la possibilità di scendere sotto i livelli minimi di invaso per contribuire ad alimentare con continuità e per quanto possibile i corsi d’acqua di valle sia per finalità irrigue che per il mantenimento dell’habitat e della biodiversità; ogni quantitativo percentuale così come ogni decisione territoriale con potenziali effetti sulla risorsa sarà condivisa tra tutti i partner e utilizzatori.
Nuova seduta dell’Osservatorio prevista per martedì 21 giugno.
Acqua potabile tra i settori per i quali l’Osservatorio sul fiume Po evidenzia criticità dovute alla siccità. Nella riunione straordinaria oggi a Parma è emerso che Utilitalia, in rappresentanza delle multiutility del servizio idrico integrato, ha confermato che l’attenzione è anche e soprattutto per le forniture di risorsa per il potabile. Ci sono un centinaio di comuni in Piemonte e 25 in Lombardia (nella Bergamasca) in cui l’associazione chiede ai sindaci eventuali sospensioni notturne per rimpinguare i livelli dei serbatoi con ordinanze mirate a un utilizzo estremamente parsimonioso dell’acqua.
Terna, scarsita' d'acqua per raffreddare centrali
La siccità del bacino del Po incide pesantemente anche sul settore idroelettrico: la produzione è «in stallo» e all’orizzonte c'è preoccupazione per la quantità d’acqua necessaria a raffreddare le centrali. E' quanto emerso dalla riunione straordinaria di oggi a Parma dell’Osservatorio sulla crisi idrica. Nel summit è intervenuta Terna, tra i soggetti partecipanti, che ha sottolineato come in prospettiva delle prossime settimane si attesta la progressiva scarsità di risorsa utile per il raffreddamento adeguato delle centrali elettriche.
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