pista sostenuta dall'avvocato di sempio
Mentre proseguono a ritmo serrato le indagini degli inquirenti legate all’omicidio di Chiara Poggi, da giorni sono numerose le piste che si fanno largo e spuntano a riguardo del delitto avvenuto a Garlasco. Una di queste vede emergere anche il nome di un religioso, finito otto anni fa, anche se per un breve periodo, nella Bassa Parmense, a Roncole Verdi.
Si tratta di don Gregorio Vitali che, nel 2017, aveva raggiunto la località della Bassa per collaborare con l’allora parroco, pur non ricevendo mai (doveroso precisarlo come era stato fatto subito, fin da allora, alcun incarico ufficiale da parte della Diocesi di Fidenza). A Roncole Verdi padre Vitali, che dal 1991 e per molti anni era stato rettore del santuario della Madonna della Bozzola di Garlasco, si era sistemato nella casa canonica ma, dopo appunto un paio di settimane dal suo arrivo, alcune persone della zona avevano scoperto, in rete, una vicenda che lo vedeva coinvolto in uno scandalo a <luci rosse> e la cosa aveva subito fatto discutere, in tutta la zona e, a quel punto, l’allora vescovo di Fidenza monsignor Mazza, informato della presenza a Roncole Verdi di don Vitali, che aveva celebrato per altro alcune messe in parrocchia, aveva chiesto allo stesso religioso di lasciare immediatamente la parrocchia.
La notizia dell'ingombrante passato di don Vitali aveva appunto iniziato a circolare con insistenza tra gli abitanti della frazione e, probabilmente, si era quindi preferito scegliere la via del basso profilo. Per evitare che, come aveva detto il vescovo di Vigevano invitando don Gregorio al silenzio, si <possa attirare una curiosità morbosa dei fedeli>.Un desiderio di riservatezza condiviso anche dalle autorità ecclesiastiche della nostra provincia con il vescovo di Fidenza, che parlando con la <Gazzetta> aveva spiegato e precisato che don Gregorio non aveva mai avuto incarichi ufficiali da parte della diocesi, confermato quindi di aver chiesto al sacerdote di lasciare Roncole Verdi e di tornare nella propria Diocesi di origine senza non commentare la vicenda che lo riguardava. Ora, otto anni dopo, il nome di padre Vitali riemerge. C’è infatti chi sostiene che Chiara Poggi avrebbe scoperto un giro di scandali sessuali legati al Santuario della Madonna della Bozzola, e da lì sarebbe partita la vicenda che si sarebbe conclusa il 13 agosto 2007 con la sua morte. Lo ha evideniato un latitante in un documento che Federica Sciarelli ha mostra a <Chi l’ha visto?> nella puntata del 21 maggio su Rai3 ed anche l’avvocato Massimo Lovati parla di un possibile collegamento tra l’omicidio e lo scandalo della Bozzola, il santuario mariano che nel 2014 è stato al centro di una indagine per estorsione.
Dall’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto il 13 agosto 2007, erano già trascorsi 7 anni e quindi potrebbe trattarsi anche di una delle tante suggestioni riemerse dopo la nuova inchiesta sul delitto. Il 21 giugno 2014, nei locali della diocesi di Vigevano, un carabiniere travestito da sacerdote , senza essere notato, aveva ascoltato due rumeni chiedere 250mila euro al promotore di giustizia del Vaticano, inviato lì a scoprire che cosa stesse accadendo e i due rumeni, in quella occasione, avrebbero fatto ascoltare al promotore di giustizia un audio, in cui si sarebbe sentito (ma si tratta di un fatto ufficioso) l’allora rettore del Santuario, don Gregorio Vitali appunto, esorcista e fondatore di diverse comunità di recupero, impegnato in atti sessuali. Don Vitali all’indomani del delitto di Garlasco, dall’altare aveva anche rivolto un appello al killer di Chiara Poggi invitandolo a pentirsi. "Si arrenda alla giustizia – aveva detto - non tenga più dentro di sé questo segreto enorme. Si costituisca e supplichi la misericordia di Dio affinché abbia compassione per il gesto che ha compiuto". Era quindi partita una inchiesta sull’estorsione e tra gli atti ci sarebbe un’intercettazione in cui il promotore di giustizia apparirebbe sotto choc chiedendo al suo interlocutore se esistano anche filmati oltre a quell’audio. Gli era quindi stato parlato di video registrati nella camera da letto di don Vitali con alcuni giovani. Roberto Grittini, avvocato dei due rumeni, poi condannati appunto per estorsione, a “Chi l’ha visto?” ha precisato che la denuncia sarebbe giunta da "un confidente dei carabinieri di Vigevano, non di Garlasco, che interpellato, nel contesto di un’indagine per rapina, racconta ai carabinieri che lo stavano sentendo di queste anomalie all’interno del Santuario della Bozzola. Ai carabinieri di Vigevano, non di Garlasco".
Intanto don Vitali, parte lesa in quella vicenda, avrebbe ammesso all’epoca un solo rapporto parlando di <momento di debolezza> e per lui era scattato temporaneamente il divieto della celebrazione della messa in pubblico.
<Chi l’ha visto> ha parlato al telefono con uno dei due rumeni, oggi latitante, che ha detto: <Ha scoperto tutto e la ragazza ha detto che parla> e la giovane in questione sarebbe proprio Chiara Poggi. In questi giorni l’avvocato Massimo Lovati, legale dell’indagato Andrea Sempio, ha parlato dell’ipotesi di un sicario nella villetta di Garlasco, e il ricatto al Santuario, se la connessione venisse davvero provata, potrebbe fornire un movente all’omicidio. Al momento solo teorie prive di ogni riscontro investigativo, ma che comunque hanno fatto discutere anche a fronte del fatto che Lovati, in passato, ha avuto un ruolo, seppure marginale, nel caso della Bozzola. Cinque anni dopo, nel 2014, don Gregorio divenne vittima del ricatto a luci rosse dei due romeni, poi condannati, che gli estorsero 150 mila euro per non diffondere video hard. Vicenda rilanciata anche dall’avvocato Roberto Grittini. In quella inchiesta emerse che i pagamenti vennero effettuati attraverso finti contratti redatti dall’avvocato Lovati. Lui davanti ai pm si appellò al segreto professionale. I fatti dicono che lo scandalo delle Bozzole scoppiò dopo il delitto e non si comprende perché Chiara avrebbe dovuto interessarsi alla questione: lavorava a Milano e non frequentava ambienti ecclesiastici. Ma esiste una chiavetta usb sequestrata dai carabinieri è stato trovato un file word <Abusi 550> con un lungo articolo trovato con i racconti di ragazzi vittime di abusi da parte di religiosi. Secondo l’ipotesi dell’avvocato Lovati, che al momento non hanno alcun supporto documentale, qualcuno avrebbe detto a Chiara di festini alla Bozzola che la avrebbero sconvolta e, per questo, un <sicario> l’avrebbe uccisa approfittando di persone che lei conosceva per farsi aprire la porta di casa. Teorie che tutti gli inquirenti (vecchi e nuovi) bollano puntualmente come speculazioni.
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