gusto
Quando la semplicità è il vero segreto e la carta vincente: la scelta del Parmigiano, il pane grattugiato deve essere quello giusto, poi le uova e la noce moscata, il tutto avvolto in quella mezza luna di sfoglia. Questi sono (semplicemente appunto) gli anolini della Bassa, quegli anolini che si mangiano sotto la via Emilia, là dove tutto (o quasi) ha il gusto della fatica e dell'impegno dell'uomo o, come cantano i Me Pek e Barba, la terra è piatta ma la gente no. Ed è gente carica di idee e di gusto, di semplicità e di impegno: ecco perché gli «anolini di Natale» sono il momento più importante per tutti. Non solo nella Bassa ma anche in città. Intorno alle tavole si raccontano le storie (meglio sarebbe scrivere «la storia») di anni passati, di feste trascorse in famiglia. Insomma, piccoli capitoli di un libro che narra le vicende di un territorio.
Ed ecco perché, come ormai è tradizione, a dicembre la Gazzetta di Parma seleziona le migliori gastronomie del territorio (della Bassa), va a comprare in modo anonimo gli anolini e poi li fa giudicare ad una giuria selezionata, questa volta produttori di salumi, gente che la Bassa la vive ogni giorno, ogni giorno tribola per continuare in altre importanti tradizioni, sempre legate al gusto, ai sapori. Gente che gli anolini ha iniziato a mangiarli dal seggiolone, fatti dalla nonna o dalla mamma. Gente anche severa nel giudizio, perché con gli anolini non si scherza. Gente che conosce bene il Parmigiano Reggiano, vero protagonista di questa ricetta. Insomma gara dura, seria e professionale con il notaio dottor Paolo Micheli prima a rendere anonimi gli anolini in gara, a numerarli e poi a far di conto sulle votazioni. Attento e preciso come sempre.
Ma la competizione non è la cosa più importante, il vero obbiettivo è quello di tenere viva una tradizione ormai secolare, di continuare a produrre anolini, in casa o nelle gastronomie, nei circoli o nei ristoranti, comunque rigorosamente come si faceva una volta. Anche se, pure questo va sottolineato, praticamente ogni famiglia ha la sua ricetta, che può sembrare uguale per tutti ma che cambia in piccoli dettagli. Quei dettagli che poi, nel piatto fanno la differenza.
Il nostro gioco è iniziato dunque, ci ha ospitato nel cuore della Bassa, Silvano Romani nel suo covo della parmigianità che è Km90: lì abbiamo «rinchiuso» la giuria, al lavoro per un paio d'ore, ad assaggiare e giudicare. Ripensando agli anolini di casa, inseguendo con la memoria un paragone spesso impari (si sa che gli anolini della mamma sono sempre i migliori). Qui di fianco il risultato, ha vinto Gustincanto di Fidenza in una gara d'alto livello. Esercizi di memoria, esercizi di storia. Come storia è l'anolino, della Bassa o di Parma che sia.
E, in ordine alfabetico, erano stati selezionati anche:
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