ANIMALI
«Condanniamo “senza se e senza ma” quanto accaduto a Colorno. Noi cacciatori siamo i primi a muoverci con grande attenzione negli ambiti di caccia, rispettando le regole generali e le specie protette in particolare. Come Atc Pr3 seguiremo l’iter giudiziario in atto e, una volta appurata ed accertata la reale portata dei fatti, valuteremo, come consiglio, eventuali prese di posizione che consentano di tutelare l’impegno quotidiano per l’ambiente ed il comportamento venatorio della stragrande maggioranza dei cacciatori, che si muove all’interno delle regole. Gesti come questo vanificano un lavoro di anni, volto a costruire un rapporto paritario con tutti gli altri enti e soggetti che si occupano della gestione faunistica del territorio».
Questa è la presa di posizione di Mario Marini, presidente dell’Atc Pr 3, l’Ambito territoriale di caccia nel quale, nei giorni scorsi, lungo il Po a Mezzano Rondani nel comune di Colorno, i carabinieri forestali hanno individuato un uomo che aveva ucciso un esemplare di avocetta (recurvirostra avosetta), una specie protetta dalla normativa sulla fauna selvatica omeoterma e sulla regolazione del prelievo venatorio.
«Ciò che è successo – aggiunge Marini – è molto grave, è un errore che tutti noi cacciatori, profondi conoscitori del nostro territorio, stigmatizziamo fermamente. Si tratta di un’azione che, da un lato, provoca danno ad una specie protetta ma, soprattutto, crea danno ed è una mancanza di rispetto per un’intera categoria, quella dei cacciatori, che si muove nel solco delle regole e delle norme».
«Ringraziamo, dunque - sottolinea Marini - le forze dell’ordine, le nostre guardie venatorie volontarie ed i volontari che compiono i controlli: sono loro i nostri primi alleati, affinché l’ambiente e la fauna siano rispettati e la caccia sia praticata secondo quanto previsto dalle normative».
«Ora seguiremo la vicenda giudiziaria e valuteremo – come è giusto che sia - l’adozione di tutti i provvedimenti opportuni per tutelare la nostra categoria rispetto al comportamento sbagliato dei singoli - tiene ad evidenziare il presidente dell'Atc Pr 3 -. Mi preme ricordare che l’impegno dei cacciatori, anche come guardie venatorie volontarie, è costante, lungo tutto l’arco dell’anno ed in stretta sinergia con le istituzioni. I cacciatori sono in prima linea per la gestione del territorio ed il controllo rispetto al proliferare eccessivo della fauna selvatica, in modo da ridurre i danni ai terreni delle aziende agricole, i pericoli alla circolazione stradale e, non ultimo, l’attuale rischio di diffusione di malattie come la peste suina africana tra i cinghiali con rischi elevatissimi per la trasmissione alla filiera suinicola, centrale nell’economia agroalimentare del nostro territorio».
r.c.
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