«Ci vediamo tra 25 anni», sussurrava lo spirito di Laura Palmer, all’agente speciale Dale Cooper nell’ultima puntata della seconda stagione. Promessa mantenuta. Venticinque anni dopo, anzi ventisei (era il 1991), l'universo di Twin Peaks torna a ossessionare milioni di telespettatori in tutto il mondo.
Dopo la premiere super esclusiva che si è svolta a Downtown Los Angeles qualche giorno fa, questa notte, in contemporanea con la prima americana su Showtime, Sky Atlantic ha mandato in onda, in lingua originale (la versione doppiata partirà venerdì 26), i primi due episodi dell’attesissima terza stagione di Twin Peaks.
A dire il vero, nella mattinata di domenica, in grande anticipo rispetto alla prima tv mondiale, Sky aveva reso disponibili per errore, sull'on demand, le prime due puntate dello show, fino a mezzogiorno, quando erano stati rimossi.
Insomma, l’universo di Twin Peaks, la madre di tutte le serie tv, quella che cambiò il modo di fare televisione all’inizio degli anni Novanta, è di nuovo tra noi. La firma è ancora una volta quella del genio di David Lynch - che dirige tutti e 18 gli episodi della terza stagione - e del suo fidato compagno (di scrittura) Mark Frost. Le musiche sono ancora di Angelo Badalamenti e ci sono molti protagonisti del cast originale tra cui l’immancabile Kyle MacLachlan, Maedchen Amick, Sherilyn Fenn, Sheryl Lee, James Marshall, Dana Ashbrook, Ray Wise e David Duchovny ma anche tanti volti nuovi come le muse di Lynch, Naomi Watts e Laura Dern, la neo mamma Amanda Seyfried, l’italiana Monica Bellucci e Tim Roth.
Avevamo lasciato l’agente Cooper nel bagno della sua camera d’albergo in preda a una risata isterica che, dopo aver dato una testata allo specchio, vedeva apparire in esso l’immagine di Bob, il maligno individuo che aveva spinto Leland, il padre di Laura Palmer, a uccidere la figlia. Lo ritroviamo con 25 anni in più sulle spalle e diverse rughe sul suo volto. Ma la cosa che più sorprende è che dell’agente Cooper che tutti ricordano non c'è più traccia. Come molti temevano, nella terza stagione di Twin Peaks, Cooper è un individuo che fa tanta paura. Il male, che si era impadronito di lui nel finale dell’ultima stagione, non se ne è andato. L’agente speciale Dale Cooper ha detto addio alla sua eleganza, al suo stile nel vestire sempre impeccabile. Ora indossa una camicia pitonata sotto una giacca di pelle nera, ha i capelli lunghi ma soprattutto ha uno sguardo che terrorizza e una mentalità da vero serial killer.
Non solo, Twin Peaks non è più l’unico centro nevralgico della serie. Al paesino al confine col Canada si sono aggiunte New York e una stanza all’interno di un grattacielo davvero inquietante, ma soprattutto un altro tranquillo villaggio, almeno in apparenza: Buckhorn, nel Dakota del Sud. Non nella realtà dei fatti perchè è proprio in questa cittadina che avviene un omicidio tanto sconvolgente quanto fu quello di Laura Palmer, che aprì il pilota della serie originale. La donna uccisa si chiama Ruth Davenport e il sospettato numero uno è quanto di più lontano ci possa essere da un assassino, il preside dell’istituto scolastico locale.
Lynch è tornato ed è più eccentrico di prima. Anche la Loggia Nera è tornata e con essa tutto il suo tetro splendore. Senza dimenticare il Real Great Northern Hotel, adagiato a due passi dalle cascate divenute icona della serie cult, così come la Twin Peaks Sheriff's Station, il Roadhouse Bar e l’indimenticabile Signora del Ceppo, che nei nuovi episodi, sempre con in braccio il suo fidato tronco di legno, fa capire subito di avere molto da dire.
Dopo un quarto di secolo, la viralità di Twin Peaks sembra essere salva. «E' stato il primo show virale, quando il virale non esisteva ancora - ricorda Madchen Amick, l’interprete della cameriera del Double R Diner Shelly Johnson - Lo chiamavano the water-cooler, perchè il giorno dopo la messa in onda di ogni episodio, la gente si trovava al lavoro per parlarne. Esattamente quello che accade oggi con le serie tv più amate».
Riuscirà la terza stagione a bissare il successo dell’originale? «Il primo Twin Peaks è stato così speciale proprio perchè nessuno se lo aspettava. Il mondo in cui viviamo oggi è completamente diverso, a partire dal fatto che a trasmetterlo non è più un (vecchio) canale televisivo con molte restrizioni. Questa volta a David Lynch non è stato messo nessun guinzaglio, quindi aspettatevi di tutto». Una cosa è certa, «sta accadendo di nuovo» e fa ancora più paura di prima.
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