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Musica

Un concerto per salutare l'alba con Parma Palatina

Un concerto per salutare l'alba con Parma Palatina

20 Settembre 2025, 03:01

Un concerto alle sei e mezza del mattino non è certo un’iniziativa comune. Ed è proprio questa la sfida e l’originalità del nuovo appuntamento ideato dall’Associazione Parma Palatina che ha scelto l’ora più silenziosa e sospesa della giornata per accogliere la musica. Ne è nato così un invito a vivere questo mondo sonoro non solo ascoltandolo, ma immergendosi nella cornice naturale e simbolica dell’alba.

La città si risveglia lentamente e la luce torna a disegnarne i contorni, creando un’atmosfera unica. La splendida terrazza panoramica del Cubo, affacciata sui tetti di Parma, si è trasformata venerdì nello scenario ideale di un’esperienza visiva e sensoriale di rara intensità. La musica ha incontrato la natura e i suoi ritmi, trovando nella freschezza dei primi chiarori la condizione perfetta per un dialogo intimo tra arte, paesaggio e percezione interiore. Con questo spirito Marco Mazzoni, presidente di un’associazione giovane ma già molto apprezzata per la sua programmazione intensa e originale, ha voluto proporre un evento capace di valorizzare non solo Verdi, simbolo della nostra identità musicale, ma anche altre figure significative dell’arte dei suoni. A sottolineare il valore dell’iniziativa, Cristina Mazza, direttrice di Ascom Confcommercio, ha ricordato come «la cultura sia bellezza che unisce e ispira», e come, grazie al progetto Impresa Cultura Parma, possa trasformarsi in un’esperienza condivisa, rafforzando il legame tra persone, luoghi e comunità. Protagonisti dell’evento sono stati due abilissimi artisti di grande sensibilità e maestria: il pianista Davide Carmarino e il violinista Daniele Ruzza, amici uniti dalla passione per la musica e soliti condividere la gioia del suonare insieme. Entusiasti e curiosi di esibirsi in un luogo tanto esclusivo - uno spazio unico a Parma, immaginabile piuttosto a Milano o Berlino - i due hanno sottolineato anche il valore speciale dell’orario scelto. «Ci si augura che il pubblico possa intraprendere la giornata con una dose in più di speranza. Osservare il buio trasformarsi in luce ascoltando musica ha in sé qualcosa di simbolico…» conclude Carmarino. Ed è proprio a questa simbologia che si ispira il programma, concepito come un percorso di trasformazione: dalla raffinatezza impressionista alla forza del repertorio popolare, dall’intimismo cameristico alla teatralità del melodramma. L’inizio, affidato alla trasparenza poetica del celebre Clair de lune di Claude Debussy, sembra scritto apposta per accompagnare il passaggio dalla notte al mattino nascente. A seguire, le Danze popolari rumene di Béla Bartók, brevi e folgoranti miniature che sprigionano la vitalità del folklore e l’energia dei movimenti danzanti, mentre lo spazio lirico di Fritz Kreisler con Liebesleid, la «tristezza d’amore», restituisce un clima di nostalgia e intimità. Accanto ai grandi classici, una pagina contemporanea firmata da Carmarino crea un ponte ideale fra tradizione e presente. A Ruzza spetta poi la brillantezza della Cadenza per violino di Antonio Vivaldi e l’intensità del celebre assolo «Sempre all’alba e alla sera» da I Lombardi alla prima crociata di Verdi, pagina di struggente bellezza che richiama proprio il tema del giorno che nasce e che muore.

Il gran finale è affidato a una travolgente Danza ungherese di Johannes Brahms, che congeda il pubblico con il calore di un ritmo popolare, in grado di trasformare i primi chiarori non solo in inizio di contemplazione, ma anche in promessa di vitalità e movimento.

Su questa scia si innesta l’interpretazione dei due musicisti, capace di fare di ogni nota un’esperienza intensa e suggestiva. Ne è risultato un momento indimenticabile, un piccolo atto poetico per il numerosissimo pubblico, entusiasta di riscoprire il senso più autentico dell’ascolto.

Paola Cirani

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