Capitan Minotti «Wembley gialloblù ci spinse alla vittoria»

Abbiamo chiesto a Lorenzo Minotti, capitano del Parma in quella finale di Wembley, di scrivere un articolo che facesse rivivere le emozioni della squadra, tra la vigilia e la finale della sfida all'Anversa. E Lorenzo Minotti, che ringraziamo, ha accettato di ricordare così la finale di Wembley. Ecco la sua «lettera-articolo». 

Parma, intesa come città e tifosi ma anche come modo di intendere il calcio, ci spinse alla vittoria. Insieme a quelle mille nuove sensazioni che una finale Europea ti dà e che aveva dato a tutta la squadra. Il primo ricordo riguarda Wembley, quello stadio che ha fatto la storia del calcio. Il giorno antecedente la finale facemmo allenamento a Wembley. Era incredibile: le tribune, il campo, l'ampiezza e gli spazi smisurati. Ricordo la tradizionale partitella tra vecchi e giovani, tirata come sempre, come in Cittadella. Ma eravamo a Wembley. l'erba era come velluto. Poi ricordo la mattina della finale, la sgambata a Hyde Park, con la gente che guardava incredula. Passò anche una banda musicale. Era già una festa. Poi due ore libere per visitare Londra: tutti noi, tra mogli, fidanzate o genitori e fratelli, eravamo con le nostre famiglie. Impensabile adesso. E Grun che tardò a pranzo. Poi da capitano uscii per primo: il tragitto dagli spogliatoi al centro del campo era lungo, sembrava uno spazio infinito. Ricordo che alzai la testa e vidi quel muro gialloblu, i nostri tifosi. Pensai che avevamo già vinto. Glielo dovevamo. Pensai che cinque o sei anni primi al massimo erano in 4-5 mila allo stadio. Dovevamo vincere. E vincemmo tutti insieme. Ce l'eravamo meritati».