Un trono per due: i migliori sono PT Anderson e Panahi - Il 2025 al cinema: la nostra classifica
La nostra classifica: al top «Una battaglia dopo l'altra» e «Un semplice incidente». Torres e Penn trionfano tra gli interpreti, «Le città di pianura» tra gli italiani
di Filiberto Molossi
31 Dicembre 2025, 18:14
Non è bastato il fotofinish: e nemmeno il Var. Alla fine, il migliore film del 2025 per la giuria della Gazzetta di Parma... sono due. E se ci pensate bene, è giusto così: in un anno in cui il cinema ha faticato (specie quello italiano), si impongono nella nostra zona di interesse soprattutto due titoli, molto differenti per concezione e approccio, ma entrambi importanti, urgenti, «politici»: «Una battaglia dopo l'altra», pellicola-manifesto grottesca, arrabbiata e antagonista di Paul Thomas Anderson (che ne fa un grande film sull'America) e «Un semplice incidente» del dissidente iraniano Jafar Panahi, che al cast di superstar del primo oppone invece una regia morale che sfocia nel cinema del reale e nel teatro dell'assurdo. Sono i film top del 2025 secondo i 14 giurati che hanno partecipato al nostro gioco, ideato 30 anni fa dall'indimenticato Maurizio Schiaretti.Sul podio arrivano anche «Bugonia di Lanthimos (l'anno scorso secondo con «Povere creature») e «Io sono ancora qui» del brasiliano Walter Salles, che fa festa anche con Fernanda Torres, migliore attrice dell'anno.
Ma è soprattutto Paul Thomas Anderson - che bissa il successo del 2021 con «Licorice Pizza» - a dominare la nostra graduatoria: oltre a portare il suo film in vetta, vince anche come migliore regista (davanti a Panahi, Lanthimos e al Corbet del bellissimo «The Brutalist»), mentre, sempre nel segno di «Una battaglia dopo l'altra», trionfano il villain Sean Penn tra gli attori (10 voti, uno in più di Chalamet: in nessuna categoria qualcuno ne ha ricevuti di più) e la 25enne Chase Infiniti, prima alla voce rivelazioni (superando sul filo di lana il cast femminile di «Giovani madri»), ma sul podio anche tra le attrici. Tra i film italiani straccia tutti «Le città di pianura», apprezzatissimo, che ottiene menzioni anche in altre categorie, mentre tra gli (e le) interpreti di casa nostra prevale Valeria Bruni Tedeschi, mattatrice in «Duse», ma splendida anche ne «L'attachement». Parla la lingua di Dante però anche la migliore opera prima: «La vita da grandi» di Greta Scarano. L'attualità più stringente invece irrompe nella graduatoria dei documentari, dove le nostre scelte si concentrano su due titoli: «No other land», firmato da un collettivo israelo-palestinese e «Lirica Ucraina». Curioso, infine, il caso di Luca Guadagnino: è tra i migliori registi con «After the hunt», ma il suo film precedente, «Queer», è - insieme a «Fuori» -, la grande delusione dell'anno. Ultime, le serie tv: è ex-aequo anche qui. «M» e «Adolescence» per noi pari sono. In attesa di un 2026 che si apre come si chiude il 2025: nel segno di Checco Zalone, santo protettore degli esercenti.