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“Sono passati cento anni dalla Barricate, noi non abbiamo abbassato la guardia. Il Fascismo esiste e si è trasformato, non va sottovalutato. Noi argine contro questa deriva”.
"A cento anni dalle barricate del 1922 teniamo alta la memoria di chi ha lottato per Parma e per l’Oltretorrente. Un simbolo di difesa della libertà che in questo centenario ha un valore ancora più alto", a detto dell’iniziativa Michele Guerra.
Nell’iniziativa “L'Oltretorrente nel centenario delle barricate”, che si è svolta nel circolo Pd di via Costituente, il segretario provinciale Filippo Fritelli, il segretario cittadino Michele Vanolli e la segretaria di circolo Gabriella Corsaro hanno ospitato il candidato sindaco della coalizione “Uniti Vince Parma” Michele Guerra, proprio per ricordare i cent'anni delle Barricate, avvenimento simbolo della resistenza della città di Parma.
“Dal 2014 al 2021 sono state 221 le aggressioni fasciste in Italia, l’Anpi nell’inchiesta “Galassia Nera” ha contato più di 3.600 pagine facebook che inneggiano al neofascismo di cui 500 che fanno pura apologia del fascismo. Il Partito Democratico qui a Parma e in tutta Italia si pone argine per questa deriva. Vediamo sempre più esponenti politici inneggiare apertamente a parole d’ordine e atteggiamenti che ci riportano all’epoca più buia del nostro paese e questo noi non possiamo permetterlo” ha detto Michele Vanolli, segretario Comunale del PD di Parma.
Le Barricate sono uno degli avvenimenti storici che più hanno caratterizzato Parma: nell’estate del 1922, in seguito all’inasprirsi delle violenze fasciste contro le organizzazioni e le sedi del movimento operaio e democratico, i sindacati proclamarono lo sciopero generale nazionale in “difesa delle libertà politiche e sindacali”. Contro la mobilitazione dei lavoratori si scatenò la violenza delle squadre fasciste delle camice nere che portò la distruzione di circoli, cooperative, sindacati, giornali ed amministrazioni popolari. Ma non a Parma. La città divenne teatro di una resistenza armata alle squadre fasciste che, dopo cinque giorni di combattimenti, risultò vittoriosa. 10mila uomini del partito nazionale fascista capitanati da Italo Balbo vennero rispediti dagli Arditi del Popolo comandati da Guido Picelli. In particolare la popolazione dell’Oltretorrente e dei rioni Naviglio e Saffi si preparano all’aggressione, innalzando barricate e scavando trincee e difesero ad oltranza le sedi delle organizzazioni proletarie. I fascisti si ritirarono e dovette intervenire l’esercito.
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